Trash art al Vittoriano

Roma

Il riferimento concettuale alla Pop art sorge spontaneo osservando le opere di Fabio Ferrone Viola. Il suo progetto Crush, manifesto globale in mostra al Complesso del Vittoriano fino al 31 luglio, è una grande operazione di denuncia sociale incentrata sull’ambiente. La mostra è promossa dall’Associazione Michele Valori, e dà così il via a un ambizioso manifesto di educazione ambientale mirato a diffondere, attraverso l’arte e la creatività, una maggiore coscienza del disagio ecologico. 

L’Associazione, fondata da Maria Valentina Valori, moglie dell’architetto Michele Valori, e che vanta la sua presenza nelle collezioni del Maxxi, ha come obiettivo la promozione dell’arte contemporanea attraverso rassegne, conferenze, dibattiti, workshop e mostre, come ben dimostra la rassegna itinerante di arti visive contemporanee Micro e la mostra di denuncia ambientale in corso al Vittoriano. 

In particolare Micro è un progetto itinerante alla scoperta della cultura contemporanea. Promuove installazioni, grafica, design, fotografia, musica, spettacolo, come occasione di visibilità ed espressione per le voci più nuove dei linguaggi contemporanei. Micro è uno spazio in movimento che assume di volta in volta caratteristiche differenti. Concepito come work in progress, legato ai diversi luoghi espositivi che lo accolgono, si è ormai consolidato come punto di aggregazione anticonvenzionale per Roma e la sua provincia. Da poco ha aperto i battenti il progetto Micro Expo. Nato come osservatorio sulla creatività emergente, è un’iniziativa espositiva unica nel suo genere, che ospita le ultime tendenze dell’arte attraverso un’accurata selezione di opere nei più diversi ambiti. Oltre a valorizzare il lavoro di giovani emergenti, la galleria collabora periodicamente con isituzioni sia pubbliche che private nell’arte e nel design, nell’architettura e nell’urbanistica (MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo e Associazione Michele Valori) . Il programma, che ha già selezionato nelle precedenti edizioni più di 400 artisti, propone mostre ed eventi con un taglio fortemente interdisciplinare.

Di recente è stata aperta la mostra aperta fino al 12 luglio dedicata all’architetto Cesare Ligini intitolata Visionaria, oltre alla personale di Angelo Colazingari, la collettiva Landscape inserita anche nel premio Elea e lo spettacolo teatrale Oltre il Muro.

Il messaggio di Crush, trae, spunto dalla cultura consumista che attanaglia la nostra quotidianità, che ci porta a sprecare e a buttare. Purtroppo, in molti casi, a buttare per terra, fino ad alimentare quel degrado in cui versano molte città italiane, tra cui Roma. E proprio da Roma è iniziata la ricerca di Ferrone Viola. Uno di quei romani romantici, che ama il suo territorio, e che ha deciso di trovare un modo alternativo e più efficace per raccontare questo fenomeno. Ha raccolto alcuni di questi rifiuti, lattine, plastiche e altri rifiuti, per assemblarli fino a farne delle opere d’arte. Opere che, per la loro stessa natura, rivelano un vissuto fatto di incuria e sporcizia, ma che elevano il rifiuto a soggetto protagonista di un evento all’interno di un museo. In questo esercizio sta l’importanza del lavoro dell’artista.

Il progetto, curato da Paola Valori, dà il via a un ambizioso manifesto di educazione ambientale mirato a diffondere attraverso l’arte e la creatività una maggiore coscienza del disagio ecologico. Il titolo della mostra Crush si riferisce alla gestualità attorno a cui ruota tutta la ricerca dell’artista, che schiaccia le lattine accartocciate raccolte per strada. Le trenta opere proposte da Ferrone sono state realizzate assemblando lattine e materiali di scarto, e trasformando i rifiuti in risorsa. L’artista classe 1966, conosciuto e apprezzato nell’ambiente romano per questo suo linguaggio Trash Art, invita con le sue creazioni a una conversione ecologica globale. In forte contrapposizione con la cultura usa e getta, il percorso espositivo si snoda attorno al concetto di recupero, che diventa denuncia contro il circolo vizioso del consumismo. Le lattine scartate e raccolte dall’artista agli angoli delle strade, manipolate e “nobilitate” dall’interpretazione creativa, acquistano così nuovi sorprendenti significati e diventano portavoce di un contenuto sociale allargato.

L’iconografia di Ferrone Viola attinge garbatamente a quella anni Settanta. C’è molta America e ci sono molti colori. E soprattutto ci sono i simboli della cultura pop, dalla Coca Cola a Marilyn, fino alla bandiera USA e a Kennedy. Un tuffo nel passato, insomma, ma con lo sguardo ben nitido in una analisi del presente. Un perfetto mix, che non a caso ha appassionato anche gli studenti di Fotografia dell’Accademia RUFA, che si sono cimentati in un racconto documentaristico del degrado di Roma. Uno slideshow fotografico che è stato esposto nell’ambito di Crush e che ha proiettato il visitatore nella dimensione di studo e impegno sociale che la mostra incarna con significativo stile.

Fino al 31 luglio
Al Complesso del Vittoriano, ingresso di via di San Pietro in Carcere.
Info: http://www.ilvittoriano.com/

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