La Macropsia è una condizione neurologica che altera la nostra vista e per cui tutto quello che ci circonda ci sembra distorto, più grande del normale: esemplare il caso di Alice nel Paese delle Meraviglie. Miguel Rosciano, artista venezuelano, classe ‘73, ha inaugurato martedi 15 marzo, all’AdnKronos Museum, in piazza Mastai a Roma, la sua personale Macropsia, in mostra fino al 25 marzo. Proprio come nel libro di Lewis Carroll, anche entrando nello spazio di questa esposizione ci si sente catapultati altrove, al limite tra il surreale e il reale, in un paesaggio fatto di silenzio e di voci lontane. Le tele sembrano quasi fluttuare sulle pareti chiare, le ha disposte l’autore stesso con delle assi che, partendo da terra toccano il soffitto e puntano dritte al cielo. Non c’è un percorso da seguire ma basta immergersi nei colori lucidi e vivi delle opere esposte per apprezzarne l’intensità e la bellezza.
I soggetti sono molteplici e apparentemente sconnessi ma è proprio questo l’effetto della Macropsia: ingrandisce, altera quello che vediamo mentre l’autore si fa piccolo piccolo, quasi invisibile. I volti e i corpi ritratti appartengono però agli affetti più cari, agli amici, alla famiglia, hanno colori caldi e solari anche quando lo sguardo è malinconico e raccontano vite cariche di fatiche ed emozioni. Passato, presente e futuro si mescolano: oltre le foglie della malanga, verdi, gialli, grandi e luminose, si possono immaginare le radici di una terra solo geograficamente lontana mentre una sedia in chiave cubista richiama l’innata passione del giovane Rosciano per Picasso e per la creazione artistica. Una serie originale di porte in ferro, armadietti in disuso, cerniere arrugginite rammenta che la vita e il tempo scorrono in un solo verso e non sappiamo cosa ci sia nascosto dietro, possiamo solo confrontarci con i segni che le nostre azioni e i cicli della natura ci lasciano. Un piccolo atelier, un cavalletto, una grande tela da completare sono stati collocati quasi al centro della sala per ricordarci, invece, che Miguel non è solo un gran visionario ma anche e soprattutto un abilissimo artista e maestro della tecnica, che si rivela nella perfezione dei dettagli e delle simmetrie. Un modo per condividere il momento della creazione e renderlo esso stesso un’opera. A chi gli ricorda che quella è la sua serata lui replica, infatti: «Certo che no, questa festa è per tutti».
Fino al 25 marzo, AdnKronos museum, piazza Mastai, Roma; info: www.adnkronos.com