La morte rossa

Sono trascorsi sei mesi da quando il principe Prospero e la sua corte si sono rinchiusi in un castello, completamente inaccessibile, per sfuggire al contagio della morte rossa, la pestilenza che imperversa lungo le strade della contea. Non contento, come ulteriore atto di scherno nei confronti dell’epidemia dilagante, il principe decide di allestire la più eccentrica e sfarzosa festa che si sia mai vista («sono tempi difficili questi. Direi, miei cari, che è finalmente giunto il momento di svagarci come si deve. Tra una settimana da oggi queste mura ospiteranno il più grande inno ai piaceri della vita che si sia mai visto»). Tra i musici invitati ad allietare i presenti c’è Alain, un menestrello che serba un antico rancore tanto nei confronti del principe quanto dei suoi amici più stretti. Conscio delle difficoltà che lo attendono – «il fardello di cui mi sono caricato è un peso troppo gravoso per essere portato da un mortale. Non riesco più a sostenerlo, ma non posso arrendermi adesso. Devo portare a termine ciò che ho iniziato» – Alain arriverà a stringere un patto con la morte stessa per vedere realizzati i propri desideri di vendetta.

Ispirato da un racconto di Edgar Allan Poe pubblicato nel 1842, La maschera della morte rossa (Kleiner Flug, 96 pagine, 17 euro) trova nuova linfa nella graphic novel a colori realizzata a quattro mani da Marco Rocchi (testi) e Giuseppe Dell’Olio (disegni). Il titolo, dunque, è lo stesso della novella originale – e il medesimo dell’omonimo film diretto da Roger Corman nel 1964 – ma questa pubblicazione a fumetti non ha nulla del ”copia e incolla”, forte di un testo incisivo e di un utilizzo deciso dei colori, resi macabri protagonisti; le sette stanze illustrate rappresentano infatti i sette vizi capitali e ognuna ha un tono predefinito. Ma anche il rosso, il colore del sangue e del contagio, ha una grande incidenza, rappresentando la personificazione della malattia, come il nero quello della morte, dell’orrore e della desolazione.

La storia inizia presentando Alain, menestrello ormai anziano che, per intrattenere il proprio pubblico, racconta instancabilmente da molti anni la stessa, terrificante vicenda («sarete testimoni a vostra volta, com’anch’io fui, di una storia truce, vissuta in questi tempi bui. Una storia di vendetta, prestate attenzione, soltanto il tempo di cantar la mia canzone»). Ma il suo non è un racconto qualsiasi, piuttosto cela una tremenda verità che gli ascoltatori farebbero bene a tenere a mente perché, spiega il menestrello, «principia e termina di un principe alla corte, dove disprezzando le di lui vanità regnò sovrana dama morte». Già, la corte, con il ballo che si svolge nel castello a raffigurare il corso della vita attraverso esperienze differenti – rappresentate dalle stanze dai vari colori – mentre su tutto domina implacabile il tempo, il cui scorrere viene scandito dai rintocchi di un pendolo d’ebano collocato nella settima stanza (quella che simboleggia la fine). Calato in un’atmosfera inquietante che miscela, come un negromante le sue pozioni, fiaba e horror, gotico e grottesco, questa graphic novel tiene incollato alle sue pagine il lettore, insegnando ai più sprovveduti, come ammonisce Alain, che «mai burlarsi della morte, o ella arriverà per darvi tormento». Info: www.kleinerflug.com

 

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