Oggigiorno il precariato è divenuto una triste costante, un argomento quasi banale nella sua ordinarietà. Ma che cosa può accadere se una instabilità lavorativa – e conseguentemente umorale – viene accompagnata da fenomeni inspiegabili? Prova a darne una descrizione la nuova, suggestiva graphic novel di Nicolò Pellizzon, Gli amari consigli (Bao publishing, 152 pagine, 15 euro), che pone il lettore al cospetto di un’acida e inquietante apocalisse di provincia. Già, perché fin da bambina l’oramai ventenne Sara ha sconvolgenti visioni, arginate non senza difficoltà da farmaci e sedute analitiche. Di base una ragazza come tante – con l’ambizione di lavorare nell’editoria, è costretta a barcamenarsi lavorando in un call center che le sta decisamente stretto – Sara ha paura del futuro che la aspetta.
Non le sono di alcun supporto né la famiglia né gli amici («Ti capisco. Sembra sempre che possa succedere qualcosa di terribile da un momento all’altro. Anche io non riesco a stare dietro a niente. E per cosa? Ci stiamo male e non sappiamo nemmeno perché», si sente dire) tantomeno il medico che dovrebbe aiutarla a gestire i momenti di crisi («Ricorda, i brutti periodi prima o poi finiscono»). Ora che è cresciuta la giovane sente incombere su di sé la scure della (definitiva?) decisione: meglio cercare di andare avanti, alla ricerca della normalità, oppure correre il rischio di cadere in un turbine di follia? Veronese, classe 1985, Pellizzon ha esordito due anni fa con Lezioni di anatomia, un volume con il quale si è aggiudicato il premio Carlo Boscarato al Treviso comic book festival come miglior fumetto italiano.
Inquietante e visionario, Gli amari consigli è un lavoro stampato in tricromia (nero, arancio, rosa) che difficilmente lascia indifferenti. La vicenda di Sara, le cui visioni ultraterrene si miscelano alla vita di un’ordinaria precaria dei giorni nostri – «licenziata? Cazzo non ci posso credere. Sembrava che i suoi abbonamenti dovessero essere la mia ragione di vita», si sfoga al telefono dopo aver perso il lavoro – stimola a domande profonde e angosciose: che cos’è reale e che cosa non lo è? Che cosa scinde, profondamente, il mondo tangibile da quello fittizio? Interrogativi distanti da un’esistenza ordinaria – la vita di Sara trascorre tra sedute dallo psicanalista, visite ai musei e visioni di rassegne di cinema horror anni Settanta – ma che lasciano il posto a un finale che più aperto non si può.
Info: www.baopublishing.it