Il sogno di un imprenditore illuminato che si fa pittura, moltitudine di colori e stili. Che diventa materia per raccontare, raffigurare e incantare. Il sogno è quello di Giuseppe Verzocchi, industriale di origine forlivese, che coinvolse nella sua impresa settanta artisti, chiamati a interpretare il tema del lavoro, esaltandolo e legandolo al mondo dell’arte. Era il 1950 quando Verzocchi inviò una circolare ai più importanti pittori del tempo, invitandoli a partecipare al suo progetto artistico: per riconoscenza verso il lavoro, chiese loro di trattare questo argomento nel loro linguaggio. Si trattò di un vero e proprio incarico su commissione che prevedeva due vincoli: le dimensioni (90×70 cm o viceversa) e la presenza di un mattoncino dipinto recante la sigla V & D, marchio di fabbrica del committente. La collezione donata da Verzocchi alla città di Forlì nel 1961 è considerata tra i più importanti nuclei figurativi del Novecento italiano ed è caratterizzata dalla presenza di opere di artisti di tendenze opposte: Guttuso, Vedova, De Chirico, Afro, Campigli, Pirandello, Sironi, Carrà, De Pisis, Morlotti, Casorati, tra i nomi più celebri. Il grande assente fu Giorgio Morandi: il maestro bolognese rifiutò con ferma gentilezza i ripetuti inviti di Verzocchi e i motivi di questo diniego non sono mai stati chiariti.
La raccolta dedicata al lavoro è visibile nelle sale di palazzo Romagnoli con il corredo dei pensieri e dei piccoli autoritratti richiesti dal committente ai singoli artisti. Significative le parole di Morlotti, che accompagnarono la sua tela Le riparatrici di reti: ”A questo motivo di donne di Antibes riparatrici di reti non sono stato spinto dalla considerazione del tema proposto ma da emozione e commozione. E’ la sensazione della libertà, la rivelazione dell’assoluto, il sentimento e la conquista di Dio. Solo ciò mi preme di comunicare e mi fa credere al mio destino di pittore. Se poi mi permetto di consegnarlo a questa raccolta, è perché penso che il lavoro non possa essere né amato, né tollerato che dentro questa proiezione”. Quando Verzocchi offrì alla città di Forlì la sua collezione di dipinti, donò anche il carteggio che caratterizzò la corrispondenza con gli artisti, un insieme di 1123 lettere, cartoline, biglietti e telegrammi che evidenziano la personalità aperta e vivace dell’imprenditore nel relazionarsi con il mondo dell’arte. La collezione Verzocchi non è l’unico tesoro esposto a palazzo Romagnoli. Al primo piano sono ordinate sezioni espositive riguardanti importanti componenti novecentesche: le opere pittoriche e grafiche di Morandi della Donazione Righini, la celebre serie plastica legata al nome di Adolfo Wildt, dipinti e sculture del ventesimo secolo riuniti sotto il titolo La grande romagna. I Morandi della collezione Righini comprendono tre piccoli dipinti a olio su tela, esempi di una poetica resa da una pittura ormai smagrita, quasi grattata sulla tela” e sei acqueforti dell’artista bolognese.
Palazzo Romagnoli, via Albicini 12, Forlì; info: www.cultura.comune.forli.fc.it