Filippo Sciascia, Matahari

La personale di Filippo Sciascia, Matahari, alla Galleria Poggiali e Forconi di Pietrasanta, in provincia di Lucca, si può dire che racchiude simbolicamente la storia biografica dell’artista di origini siciliane. Concepita per l’ex Marmi di Petrasanta, la mostra segue idealmente quella organizzata al Museo archeologico di Napoli, nata da un’idea realizzata insieme con Luigi Ontani, con il quale condivide quotidianamente la sua vita artistica in Indonesia, a Bali, dove oggi vive e lavora. Arrivato in Asia per la prima volta nel 1998, dal 2008 è diventata la sua seconda patria. Anche e soprattutto artisticamente. Collabora infatti con diversi progetti locali e internazionali, ed espone in gallerie e musei, anche in Cina e nel sud-est asiatico. A proseguire la poetica della mostra napoletana, il gruppo scultoreo Gremano Asiatico, nucleo centrale della mostra, composto da una serie di sculture, alte oltre 230 cm e realizzate con materiali come il gesso, il legno, il ferro, il cemento.

Le opere esposte fino all’8 agosto, subiscono l’influenza dei luoghi in cui Sciascia ha vissuto o che ha semplicemente visitato. Realizzate nei materiali tipici dell’Asia, in esse ritroviamo la mitoligia e la filosofia orientale. Ma altrettanto forte è l’influsso dell’conografia e dell’iconologia delle civiltà greca e romana. Lo testimonia la rivisitazione dei Bronzi di Riace, dipinto su carta e installati su tronchi d’alberi di felce balinese. I lavori di Sciascia, diversi quindi tra loro per dimensioni, soggetti e influssi, sono in realtà punto di incontro nella diseguaglianza, nella diversità. Essi, infatti, attraverso un ideale filo filosofico ed estetico, uniscono pratica pittorica e installazione, bidimensionalità e tridimensionalità, Oriente ed Occidente. Sintesi di questa poetica che sta alla base della mostra, l’opera scultorea Untitled 8, che, se da un lato rimanda alla figura tipica della chiesa Romana di Gesù Cristo, poichè realizzata con filo spinato, dall’altro lato, avvicina alla cultura e alla iconografia orientale laddove le spine vengono sostituite da cavallucci marini.

Fino all’8 agosto, Galleria Poggiali e Forconi, Pietrasanta (Lu); info: www.poggialieforconi.it