Mimmo Rotella a Milano

La rottura di Mimmo Rotella con la tradizione pittorica va fatta risalire all’inizio degli anni Cinquanta, quando convinto che la pittura non avesse ormai più niente da dire, lontana ed estranea dal suo sentire e dal sentire popolare, si avviava alla ricerca di nuove strade da percorrere in quella Roma a cavallo del boom economico sommersa da manifesti di ogni genere: «Rimasi impressionato dai muri tappezzati di manifesti lacerati. Mi affascinavano letteralmente, anche perché pensavo allora che la pittura era finita e che bisognava scoprire qualcosa di nuovo, di vivo e di attuale. Sicchè la sera cominciavo a lacerare questi manifesti, a strapparli, dai muri, e li portavo in studio, componendoli o lasciandoli tali e quali erano, tali e quali li vedevo. Ecco come è nato il décollage».

Una prima puntuale ricognizione sull’attività iniziale di Rotella è accolta da oggi a palazzo Reale sotto il titolo: Mimmo Rotella. Décollages e retro d’affiches, mostra curata dallo storico e critico  Germano Celant. Per contestualizzare l’opera dell’artista all’interno del panorama internazionale dell’epoca e comprendere il suo contributo e la sua originalità, alcuni lavori del maestro sono posti a confronto con quelli di altri grandi protagonisti dell’arte moderna e contemporanea, autori sia europei che americani, quali Filippo Tommaso Marinetti, Enrico Prampolini, Kurt Schwitters, Hannah Höch, Jean Fautrier, Alberto Burri, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Jacques Mahé de la Villeglé, Raymond Hains, Andy Warhol e Michelangelo Pistoletto. Il percorso dell’esposizione analizza alcuni momenti fondanti dell’inizio della carriera dell’artista. A Roma, dove la sua sperimentazione lo porta a rimodulare il poster in ogni modo possibile: quale unità di partenza per lo studio dell’aspetto materico che esso assume a contatto con la tela grezza, quale particella elementare per la costruzione di un immaginario astratto e quale studio della forma che va a costituirsi sul retro del manifesto, tramite l’azione di colle e ruggini.

Seguendo il percorso della carriera di Rotella sono individuati e presentati in mostra anche quei lavori realizzati a ridosso degli anni Sessanta, momento in cui intesse i primi rapporti con la Francia – tramite il Nouveau Réalisme – e gli Stati Uniti. Affascinano i suoi Retro d’affiche, lavori dove Rotella compie un’operazione ancor più rivoluzionaria e sconvolgente per il tempo, arrivando a presentare ed innalzare allo stato di opera d’arte il retro dei manifesti.

Fino al 31 agosto; palazzo Reale, piazza del Duomo 12, Milano; info: www.comune.milano.it/palazzoreale