Who art you? La serata

Erano ottanta le opere esposte, erano perché non ci sono più. C’erano molte cose da vedere ma ora non ne rimane niente, o quasi. Le pareti tornano bianche e le opere a casa. Il punto alla terza edizione del contest Who art you? è stato messo venerdì sera, a Milano con una festa che riuniva le opere degli ottanta finalisti dei quali solo nove rientrano con un premio. Video, pittura, scultura, fotografia e performance hanno riempito i tre piani dell’Ex fornace, storico edificio milanese sul naviglio Pavese dove al marmo dei capitelli si sommano soffitti a capriate in legno e strutture in vetro. Tutto è cominciato il 18 aprile, ultimo giorno per la consegna del materiale per partecipare al concorso; poi la prima selezione a opera di NOLab, organizzatrice del contest, per finire con la gigantesca collettiva che chiude in una sola notte il lavoro di mesi.

Il contrabbassista quando si entra è a sinistra, sotto la scultura dorata e sospesa di Giovanni Pietrobon, la violinista svetta sopra quella che sembrerebbe una montagna fatta di cenere, una ballerina si muove seguendo con il corpo il preciso incedere del basso con un movimento calmo e pacato che alterna a passi più nervosi e rapidi figli del violino. Si sposta, così, fra opere e persone e quasi collega le une alle altre, come una guida conduce lo sguardo del pubblico in giro per la sala. Il pubblico, tra l’altro, è distratto da una figura femminile che, vestita come una vestale rivisitata, parla sussurando all’orecchio. E mentre il contrabassista si sposta di sala in sala per i tre piani dell’edificio, c’è chi al primo inizia e finisce un quadro, dipinto lavorando per terra. L’edificio, così, lentamente si riempie, gli ultimi giurati consegnano le loro scelte.

Quando vengono decretati i vincitori, la voce proviene dal mezzanino del primo piano. Sotto di lei artisti, giornalisti, genitori, curiosi e partecipati si affollano e riempiono fino alla saturazione lo spazio. Per ogni tecnica artistica un vincitore: Alessandra Bianchi per il video, Meloquez per la pittura, Gabriele Pace per la scultura e Luca Minciotti per la fotografia. Ai riconoscimenti canonici si aggiungono quelli dei vari sponsor e partner come Filomena Guzzo che vince lo special prize Melttin’ pot, Meloquez che fa il bis con che il premio Cct seecity, Luca Galvani l’Art pour l’art prize, Giuseppe Galante il Creativity in Milan e il premio speciale stampa che va la fotografo Andrea Danani.

La sala, infine, lentamente si svuota e abbandonarla prima che tutto venga portato via è solo uno dei modi per riportare a casa un poco di quella serata breve come una poesia.

Info: www.whoartyou.net

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