Inaugura oggi, 23 maggio, una retrospettiva dedicata a Emilia Eduarda Maino, più conosciuta come Dadamaino. Curata da Flaminio Gualdoni, la mostra conta oltre quaranta opere che ripercorrono la lunga carriera dell’artista che comincia alla fine degli anni Quaranta. L’artista ha partecipato alla nascita del primo Manifesto spazialista, redatto da Lucio Fontana nel 1948, dei gruppi N e T in Italia, del gruppo Zero in Germania, ma anche di Equipo 57 in Spagna, e prende parte anche al Grav in Francia, senza legarsi però a nessuno di essi in maniera definitiva e mantenendosi libera di portare avanti una ricerca personale. Con Getullio Alviani, Bruno Munari e Enzo Mari, è tra i fondatori di Nuova tendenza. In mostra sono presenti alcuni degli Oggetti ottico-dinamici e numerose ricerche sui tempi e sui modi della percezione e sul colore. Esposta anche la sequenza di Moduli sfasati degli anni Sessanta, il Cromorilevo, gli Interludio, le Costellazioni, Passo dopo passo e Il movimento delle cose. Un lungo percorso che evidenzia la mutazione avvenuta all’interno del suo lavoro, aperto fino al 23 luglio alla galleria Tornabuoni di Firenze.