Le chitarre di Wandrè

Da venerdì 11 a domenica 13 aprile Cavriago (Reggio Emilia) dedica un intero weekend al suo geniale cittadino che negli anni ’60 rese la chitarra elettrica italiana un’opera d’arte pop. Antonio “Wandrè” Pioli nella sua “fabbrica rotonda” alle porte della città ha realizzato la prima chitarra elettrica di Celentano, l’unica usata da Guccini, quelle più care ai Nomadi; ma anche i Kiss, Buddy Miller e Frank Zappa hanno suonato e apprezzato i suoi strumenti innovativi e sperimentali, sia nel suono che nel design. Ora – a 10 anni dalla scomparsa – una mostra, un libro e decine di appuntamenti ricostruiscono una storia di creatività tutta emiliana. All’estero i cultori di strumenti musicali lo celebrano e darebbero qualsiasi cosa per una chitarra Wandrè: farebbero carte false per un modello Brigitte Bardot, Scarabeo, Rock Oval o Bikini, tanto per citarne alcuni. In Italia, negli anni ’60, Celentano, Guccini, Mina e i Nomadi sono tra i primi a usare e amare le chitarre di Antonio Vandrè Pioli, in arte Wandrè, ma dopo il successo commerciale di quegli anni su di lui è calato un velo. Wandrè (1926-2004) alla fine degli anni Cinquanta fece costruire la sua fabbrica rotonda all’ingresso del paese: in questo innovativo edificio circolare cominciò a realizzare chitarre elettriche, bassi e contrabbassi che ebbero subito un grandissimo successo perché decisamente originali.  La mostra “Wandrè. Vita, chitarra e opere” è allestita presso la Falegnameria Musiari di Cavriago (via O.Galli, 7), inaugura venerdì 11 aprile alle 18.30 e prosegue fino a domenica 4 maggio. Il cuore dell’esposizione racconta il “periodo delle chitarre”, dal 1957 al 1968 quando la sua fabbrica dall’innovativa architettura rotonda sfornava strumenti originalissimi e apprezzati in tutto il mondo.