La biennale dell’architettura

Roma

Nella maestosa sala della Crociera della Biblioteca di archeologia e storia dell’arte di piazza Venezia, apre la conferenza stampa di presentazione del padiglione Italia Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, alla presenza del neo-ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini. L’annuncio è quello di una nuova mostra internazionale di architettura che, dice Baratta, vuole essere «una mostra-ricerca, dove il curatore non commissionerà più inviti ad architetti per far loro portare progetti, disegni e installazione, ma inviterà i curatori dei padiglioni a riflettere su specifiche tematiche del contemporaneo». L’obiettivo è quello di evitare, come già accaduto in passato quando gli architetti erano invitati a produrre progetti immaginati, che la biennale di architettura si avvicinasse troppo alla biennale d’arte. Baratta annuncia poi la vitalità delle 17 week della biennale architettura, in cui si susseguiranno momenti di danza, musica, cinema e teatro, «una sorta di festival dentro la mostra di architettura». «Ma perché la Biennale vuole fare mostra e ricerca? – si chiede il Presidente – Perché legarsi a un tema?». Perché, come nell’arte contemporanea, l’architettura e la società civile appaiono sempre più come gli estremi di uno iato paradossale, laddove spesso la società civile è la stessa committente dell’opera architettonica, eppure non la riconosce come propria. Il presidente Baratta sottolinea l’urgenza di approfondimenti e ricerche, tanto per l’arte quanto per l’architettura, che aiutino a comprendere le ragioni e i bisogni delle stesse. E conclude: «Una biennale come macchina di desideri, questo il mio augurio per il futuro!».

Passando alle ulteriori novità dell’edizione 2014, «Il tema di fondo suggerito da Rem Koolhaas, su cui i singoli paesi sono stati invitati a riflettere – prosegue Baratta – è Absorbing modernity 1914/2014, in sostanza si è chiesto di mettere in luce come il ‘900 abbia assorbito il moderno». A fare da cornice al tema dato, da un lato la mostra di Koolhaas Element of architects, riproposta ai giardini e focalizzata sui molteplici punti di riferimento dell’architettura contemporanea, dall’altro Mondo Italia, un allestimento in 40 stazioni per descrivere il paradigma-Italia, attraverso la messa in luce di quei problemi globali che, conclude Baratta, «se l’architettura vuole essere rigenerazione non potranno essere ignorati». Cino Zucchi, nominato curatore del padiglione Italia dal Mibact, prende la parola per esporre il proprio progetto dal titolo Innesti/grafting. Un titolo che funge da piattaforma per accogliere una serie di concetti elaborati da Zucchi. In primis, l’importanza dell’osservazione di un paese e del suo suolo che, nel caso italiano, lascia emergere il susseguirsi di continue stratificazioni. «La città italiana è sempre cresciuta su se stessa – sottolinea il curatore – 1914/2014 è il secolo del modernismo, è un sistema di pensiero un po’ taylorista se vogliamo, si pensi alla casa come blocco di cemento, la città nuova come unione di cellule ripetute, l’annullamento del contesto a vantaggio dell’edificio urbano». La rassegna di questi passaggi evolutivi del ‘900, consente a Zucchi di trovare una chiave di lettura unica riassunta nel termine “innesti”. «Cos’è l’innesto?- domanda il curatore – Un atto violento, non armonico, non più un semplice adattamento. La modernità perseguita dall’Italia, si riassume in intarsi talvolta più, talvolta meno, violenti. Una cosa è certa, da Moretti a Gio’ Ponti a Antonelli l’architettura italiana ha percorso nel secolo scorso strade oblique e nel suo modernismo non trova riscontri all’estero; quello che cercherò di fare nel padiglione Italia sarà mettere in evidenza questa storia, la nostra storia».

L’allestimento proposto sarà non solo concettuale ma anche molto fisico, annuncia Zucchi, e invaderà tutti i 2000mq del padiglione. Tra le varie sezioni una piccola parentesi sarà dedicata all’expo 2015, un’ampia area sarà dedicata a tutta l’Italia. Ci sarà poi un focus su Milano, Zucchi è milanese e sulla modernizzazione della sua città pare aver investito grande entusiasmo; infine ci sarà uno spazio di sosta con un’istallazione centrale e un progetto speciale per il giardino. Tra le anticipazioni, un accesso attraverso un portale molto imponente e la presenza di numerose cupole o cappelle, poi Milano, Milano, Milano, e l’Italia della modernità, attraverso una grande istallazione del paesaggio italiano.

 Padiglione Italia, 14.Mostra Internazionale di Architettura, dal 7 giugno al 23 novembre 2014, Tese delle Vergini, Arsenale, 30122, Venezia. Info: www.innesti-grafting.it