Sono 140 le gallerie internazionali e ben 20 i paesi che esporranno da oggi fino al 30 marzo al Grand palais di Parigi. Una panoramica di ampio respiro sull’arte moderna e contemporanea che spazia dalla fotografia al design, fino alle pubblicazioni di arte. Art Paris art fair 2014 conferma una sua nuova identità e la direzione intrapresa un anno fa: un evento europeo che esplora le terre dell’Est. Dall’Europa centrale al Medio Oriente spingendosi in Asia per indugiare in Cina, come testimonia la presenza della Hua gallery (Londra), della Adler Subhashok gallery (Bangkok) e della 313 Art Project (Seul). Con il 50% di gallerie straniere (7% in più rispetto il 2013), Art Paris art fair guarda lontano ma con solide fondamenta in Europa, ribadendo comunque il profondo legame con la Francia. Degne di nota tra le nuove presenze: Feizi (Bruxelless), Ditesheim & Maffei Fine Art (Neuchâtel), Alessandro Bagnai (Firenze) e Mario Mauroner (Vienna) che ritorna a Parigi quest’anno. Tra le francesi Camera Obscura, Bertrand Grimont, esordienti Françoise Besson (Lione), In Camera (Parigi), Françoise Livinec (Parigi), e nella sezione design, Jousse Entreprise (Parigi), Armel Soyer (Parigi) e Galerie NeC nilsson et chiglien (Parigi). Uno sguardo verso oriente che quest’anno si ferma sulla Cina, ospite d’onore 2014, al centro della fiera a rimarcare i 50 anni di relazioni tra i due paesi. Con 90 artisti moderni e contemporanei di diverse generazioni rappresentati, la fiera punta infatti i riflettori su una scena dell’arte ricca e dinamica. Dieci le gallerie provenienti da Pechino, Shangai e Hong Kong (Xin Dong Cheng, Ifa gallery, 10 Chancery Lane, Blindspot) e una buona ventina occidentali come A2Z art gallery, Loft, Daniel Templon. Molti anche gli artisti cinesi che hanno scelto di vivere a Parigi come Zao Wou Ki (Galeri Bogéna) e Chu Teh Chun (Galerie Patrice Trigano) entrambi vicini all’astrazione lirica e Wang Keping (Galerie Zürcher e 10 Chancery Lane), il fondatore del famoso gruppo Star, e l’artista vincitore del premio Nobel e scrittore Gao Xingjian.
Ricche e interessanti anche le diverse sezioni tematiche, tra cui: Promesse, lanciata con successo nel 2013, che si rivolge alle gallerie con meno di 5 anni di esistenza e si prefigge la scoperta dei nuovi giovani talenti con gallerie di Pechino, Bruxelles, Ginevra, Londra, New York, Parigi e San Pietroburgo, tutte per la prima volta ad Art Paris art fair. Artdesign, alla terza edizione è invece una piattaforma dove interagiscono arte contemporanea e design. Mette insieme una dozzina di gallerie con pezzi unici o a tiratura limitata e lavori originali realizzati da talenti contemporanei. Tra le novità di questa edizione del 2014 l’ArtDesignLab (otto designer ai quali è stata data carta bianca per intraprendere ricerche sperimentali in quello spazio che si colloca al confine tra arte e design). C’è anche l’arte dei libri e la libreria Flammarion, una specifica sezione per arte e libri di artisti che annovera almeno 30 editori presenti (in cui particolarmente originale è lo spazio riconosciuto all’arte della rilegatura con incredibili opere contemporanee). Quindi Primavera a Parigi che sottolinea la consistente produzione artistica a Parigi durante questo periodo dell’anno con Robert Adams and Mathieu Pernot ed altri. Presente anche la fondazione Canson per l’arte e la carta. I lavori di cinque finalisti del 2014 del Canson prize verranno valutati da una prestigiosa giuria presieduta da Yan Pei Ming, un artista francese di origini cinesi. Il premio riconosce il valore dei lavori che hanno dimostrato una speciale intima relazione con la carta. Suggestivo l’evento speciale L’origine del mondo dell’artista messicano Miguel Chevalier, su musiche di Michel Redolfi.
Un lavoro digitale di dimensioni monumentali proiettato da ieri notte e per quattro giorni sulla facciata del Grand Palais, che trae ispirazione da fenomeni biologici, microrganismi e attività cellulare. Lente quindi veloci le cellule che si moltiplicano, si separano, si fondono e proliferano. Immagini mastodontiche d’instabili pixel bianco e nero che gradualmente scivolano in spirali di colore saturo creando coreografie che danzano a tempo di musica. Un mondo artificiale che sembra diventare vita. Un tributo agli artisti di murales come Diego Rivera e Alfaro Siqueiros che hanno creato lavori enormi in posti pubblici rendendoli accessibili al più largo numero di persone. Oltre che sulla Cina, l’obiettivo mette a fuoco anche le Tendenze che attraversano il settore generale dell’arte contemporanea. Astrazione, il movimento astratto nato nel periodo post-bellico che è ben rappresentato nel Grand Palais in particolare modo con arte cinetica e geometrica dal 1960, un revival sin dalla scorsa edizione. Genere rivisitato da molti contemporanei. Art Brut dal termine coniato dal pittore Jean Dubuffet per descrivere la produzione di artisti autodidatti. Il Lettrismo, il movimento dell’avant-garde francese del 1940 che alcune gallerie stanno rivisitando, incentrato su lettere, caratteri tipografici e l’interazione con la poesia del suono, l’onomatopeica e la musica delle lettere. Diverse le gallerie a rappresentare il mondo arabo e l’Asia del Pacifico, i Balcani e la Russia, ospite d’onore 2013. Interessante anche lo spazio riservato a la pittura anni ’80, un ritorno di interesse, e non da utlima la Fotografia con una significativa presenza di gallerie francesi. Un soffio di oriente ci accoglie quindi all’entrata del Grand Palais dove è stata collocata una scultura monumentale di Liu Bolin, Iron Fist, il pugno di ferro. In mostra anche il Budda che salta il muro di Zhang Ding e nell’Auditorium del Grand Palais lo sguardo verso est diventa il dibattito di questa edizione.