Di libri nel cassetto non ne ha più. L’ultimo, Daccapo, l’ha dato alle stampe nel 2011. Di sogni, invece, sì. Uno era quello di fare il ministro della Cultura. Un sogno negato dai tempi del secondo governo D’Alema, nel 1999, quando venne chiamato a svolgere il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, preferendogli a quella carica Giovanna Melandri. Ora che alle capaci mani della Melandri è affidata la cura del Maxxi e Massimo D’Alema è politicamente annichilito, il sogno è realtà e Dario Franceschini è diventato ministro della Cultura del nascente governo di Matteo Renzi. Se lunedì questi avrà il placet del parlamento, superati gli ultimi pastiche burocratici e le grane interne ed esterne alla maggioranza, l’ex golden boy della Dc ferrarese, 56 anni, raccoglierà il men che brillante testimone lasciato da Massimo Bray. Un sogno, il suo, che dovrà barcamenarsi tra l’esigenza di ulteriori sforbiciate in un già magrissimo bilancio e la necessità di rilanciare un comparto che tutti definiscono chiave per l’economia nazionale, ma nessuno sembra ricordare dove sia la toppa.
Franceschini inizia la sua carriera politica da consigliere comunale di Ferrara per la Democrazia Cristiana nel 1980, nell’83 è capogruppo consiliare. Già assessore alla Cultura nel 1994 in una delle prime giunte di centrosinistra d’Italia, nel ’94, dal ’97 al ’99 è vicesegretario nazionale del Partito popolare italiano. Come sottosegretario alla Presidenza del consiglio, quell’anno, è riconfermato nel successivo governo di Giuliano Amato. Alle politiche del 2001 viene eletto deputato nel collegio di Ferrara. Tra i grandi elettori del Pd non schierati con Renzi, è stato fra i primi a saltare sul carro del futuro segretario nazionale quando l’establishment del partito lo vedeva ancora come uno scassatutto. Prima recandosi nel capoluogo toscano per un pranzo a base di fiorentina doc, poi, alla vigilia delle primarie, con un appoggio esplicito in grado di spostare gli equilibri interni al partito, da buon vecchio diccì. Oltre al precedente come assessore alla Cultura a Ferrara e alla sua prolifica attività di scrittore, un altro aspetto lega Franceschini alla vita culturale italiana: la giovane fidanzata, Michela De Biase, bella e volitiva presidente della commissione Cultura al comune di Roma. In attesa dell’insediamento del nuovo inquilino al palazzo del Collegio Romano, è già attesa per il totosottosegretari.