Dal 16 febbraio fino al 5 giugno 2014 il visitatore potrà riapprezzare o conoscere il mondo creato dai padri dell’Aesthetic Movement, accomunati da tendenze simili, ma ognuno con la sua personalità, i suoi temi prediletti, il suo personalissimo stile: da Millais e Rossetti, i padri preraffaelliti, insieme al poco più giovane Burnes Jones, fino al genio di sir Alma Tadema e le sue tele dedicate al mondo della Grecia e della Roma Imperiale, che hanno ispirato i film mitologici fino agli anni Settanta; ma anche i lavori di sir Frederic Leighton, accademia pura nel miglior senso del termine, mitologia e introspezione profonda come nella magnifica Antigone, che ipnotizzerà il visitatore; ma anche John William Waterhouse, capace di unire lo stile preraffaellita con l’impressionismo, il pittore di La sfera di cristallo, delle leggende celtiche e delle fiabe inglesi, dipinti di un simbolismo incantatore. Sono tele, quelle in mostra, che ruotano intorno alla mitologia, al Medioevo e ai drammi shakespeariani, ma anche a scene di apparente quotidianità che si trasformano in quadri di enigmatica bellezza come Una nube passa di Arthur Hughes fino all’apoteosi della storia antica che diviene leggenda, come nel capolavoro di Alma Tadema Le rose di Eliogabalo. In ogni quadro di ogni artista al centro c’è sempre la donna: muse o modelle, femmes fatales, eroine d’amore, streghe, incantatrici, principesse; l’essere angelicato che può diventare demonio, la salvezza che può diventare tentazione. Perché la donna è soggetto principale dell’Aesthetic movement.