La seconda giornata di Artefiera inizia con il segno positivo, dopo la pioggia e il freddo di ieri, un bel sole riscalda le vie del centro di Bologna facendo registrare una grande affluenza di visitatori che partecipano ai numerosi eventi artistici promossi da Art City Bologna.
Tra le mostre più attese in questi giorni c’è senz’altro quella di Rachel Witheread, artista vincitrice nel 1993 del prestigioso Turner Prize. Study for room, a cura di Gianfranco Marianello, riflette sull’intimo rapporto che c’è tra l’opera dell’artista britannica e la ricerca pittorica di Giorgio Morandi. Ed è proprio nella sezione del Mambo dedicata alle opere del maestro bolognese che questo dialogo prende vita. Le tele di Morandi sono così affiancate alle celebri “scultore in negativo” della Whiteread, mostrando allo spettatore quanto entrambi gli artisti, nelle loro ricerca che ruota ossessivamente attorno alla riproposizione di forme sempre uguali, sviluppino una medesima «incessante tensione metafisica che sorprende le cose al di là di una loro possibile rappresentazione».
Nei modernissimi spazi del Mast, nuova sede espositiva situata nella zona ovest di Bologna, è allestita, sempre in questi giorni, la mostra fotografica Mondi Industriali 014 a cura di Urs Stahel. Il maggior punto di forza della mostra, che ruota attorno alla narrazione del lavoro e dei panorami industriali, è la preziosissima collezione della fondazione Mast, che annovera, tra gli arti, lavori di Doisneau, Evans, Lissitzky, Becker, Gursky. Divisa in cinque sezioni tematico-formali (Lavoro lavoratore, Area industriale-impianto industriale, Chiaroscuro, Visibilità-invisibilità, Flusso di energia-flusso di traffico-flusso di dati) la mostra sviluppa un discorso critico a tratti ambiguo, dividendosi tra riflessioni sul cambiamento nel corso del ‘900 della condizione sociale dei lavoratori e ammiccamenti al mondo dell’industria contemporanea. Oltre alla bellezza delle foto, molto apprezzate dal pubblico sono anche le divertenti macchine industriali esposte negli spazi contigui a quelli dell’esposizione.
Perla di rara bellezza e complessità è l’installazione realizzata da Romeo Castellucci assieme a Scott Gibbons e alla Socìetas Raffaello Sanzio, presso il rifugio antiaereo di Via Indipendenza 71. Persona, parte di un più ampio progetto dedicato alla città di Bologna, impone al pubblico, spesso frettoloso e distratto, una necessaria pausa. Si viene invitati ad entrare in un grande garage dal sapore anni ’70, qui dopo una lunga attesa data dalla grande affluenza di visitatori, si procede verso un profondo tunnel completamente immerso nel buio e pervaso da un suono assordante che poi si scopre essere generato da una grande maschera bronzea di un satiro che vortica rapidamente occhi e bocca. Come scrive lo stesso Castellucci «l’obiettivo dell’installazione è di incutere paura, ma la paura di ciò che essa [la maschera stessa] vede, noi gli spettatori, il novero della specie, gli spettatori-spettacolo».
Dopo lo shock percettivo inflitto da Castellucci, piacevole è la visita della mostra multimediale di Christian Jankowski. Magic Numbers (in mostra fino al 16 febbrario alla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna) riflette in modo ironico e divertito sulle relazioni che si possono instaurare tra il mondo della magia e quello dell’arte contemporanea, mostrandoci, ad esempio, l’artista trasformato in una colomba bianca interagire con il pubblico sbigottito.
Tutti gli occhi ora sono puntati sugli eventi che stasera (a partire dalle 19 fino a notte inoltrata) coinvolgeranno i luoghi di Art City Bologna. Oltre all’apertura notturna dei musei e delle fondazioni, sono attesi numerosi vernissage in gallerie private e eventi dal vivo. Grande attenzione è rivolta a La Vetrina dell’Ostensione VI diciannove minuti d’insostenibile bellezza, la performance che Flavio Favelli terrà presso l’oratorio di San Filippo Neri a partire dalle ore 20:45.