Falling through the cracks

Brindisi

Falling through the cracks è un progetto di Like a little disaster curato da Giuseppe Pinto coadiuvato da Valentina Dell’Aquila. Il progetto è parte di degli appuntamenti di Conversazioni filosofiche giunta alla quarta edizione organizzati da Mariangela Pellegrini e Giuseppe Modugno per l’associazione culturale Bachi da setola di Poligano a Mare. Il nucleo centrale della mostra è rappresentato dall’ ormai storica opera Outlandish: étranges corps étrangers – recentemente oggetto di una presentazione personale presso MoMa di New York – dell’artista inglese Phillip Warnell con la collaborazione del il filosofo francese Jean Luc Nancy. Il film della durata di venti minuti sarà presentato per la prima volta con il testo di Nancy tradotto in lingua italiana. L’edizione italiana è stata prodotta da L.a.l.d. e realizzata da Mariangela Pellegrini. Un’ odissea nel mediterraneo suddivisa in nove capitoli in cui si alternano immagini di un galeone guidato “telepaticamente” da un polipo in un cubo di vetro e del filoso Jean Luc Nancy che dal suo studio di Strasburgo ci guida ipnoticamente in un percorso che sosta sul concetto di intruso, di “corpo estraneo”, estraneità e straniero, dei confini e delle barriere fisiche e mentali. Una riuscita collaborazione che conferma l’attitudine collaborativa del filosofo con artisti come Claudio Parmiggiani, Claire Denis, Mathilde Monnier, Abbas Kiarostami, Simon Hantai. Nel suo complesso Falling through the cracks tenta di trovare delle corrispondenze tra la pratica artistica di alcuni dei più interessanti esponenti della scena artistica nazionale ed internazionale e alcune attitudini ed evoluzioni del pensiero filosofico contemporaneo. Queste due configurazioni culturali aspirano ad essere perennemente differenti da sé stesse, filosofia e arte contemporanea non sono solo l’ambito della sapienza o dell’egemonia speculativa, esse sono pratiche, esercizi performativi costantemente difformi e rigenerati, il cui istinto primario dimora nello spostare incessantemente il fulcro identitario che le qualifica e classifica. Entrambe, invece, identificano sé stesse con qualcosa di sempre diverso.

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