Risorti gli Studios De Paolis

Roma

Dal letame nascono i fiori. È proprio il caso di dirlo. Più che una notizia quella che riguarda gli Studios De Paolis, a Roma, è una bella storia. Uno spazio di circa 22mila metri quadrati che sorge sulla Tiburtina, la zona limitrofa all’università La Sapienza, fino a una ventina d’anni fa considerata periferia, e oggi, invece, uno dei quartieri urbani più popolosi, contemporanei e multietnici della città di Roma. È qui, alle spalle di San Lorenzo, che molti artisti hanno creato il proprio laboratorio, che gli studenti universitari vengono ad abitare negli economici appartamenti, regalando vitalità e giovanilismo al quartiere. È qui che a fianco ai segni dell’urbanistica decadente degli anni Cinquanta sono sorti i McDonald’s e i progetti più ambiziosi dei costruttori. E a fianco ai grandi magazzini e centri commerciali, proprio qui, continuano a vivere le piccole botteghe artigiane, le antiche tradizioni, figlie di una cultura popolare di cui ancora è profumato questo angolo di metropoli. In questa zona, negli anni Ottanta, la Banda della Magliana aveva fatto alcuni investimenti. Aveva, tra le altre cose, acquistato la proprietà di una vasta area da adibire alle sue attività criminali. Titolare dello spazio era un nome che ancora oggi fa tremare i vetri: Enrico Nicoletti, l’ex cassiere dell’organizzazione. Ebbene, dopo i processi che hanno contribuito a smantellare il sistema criminale che faceva capo alla Banda, quello spazio è stato confiscato e lì erano sorti i celebri Studios cinematografici De Paolis, destinati presto a diventare, insieme a Cinecittà, la culla del cinema italiano. Nella zona che un tempo era abbandonata e poco in vista, tanto da rappresentare uno snodo ideale per i traffici illeciti della Banda della Magliana, era arrivato anche il cinema, quello importante. Qui girarono Fellini e Pasolini, Scola, Monicelli, Loy e Bolognini. Ma con gli anni i fasti dei primi tempi sono tramontati e questo spazio rischiava di essere abbandonato. Ebbene oggi questi Studios, dopo vari giri di mano, sono diventati finalmente proprietà del comune di Roma, grazie a un decreto di trasferimento dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati. E la novità sta nel progetto che ha animato quest’operazione: in quest’area nascerà, infatti, un hub della creatività e della multimedialità. Vuol dire che questo intero complesso, che comprende diversi fabbricati utilizzati attualmente per registrazioni televisive e riprese cinematografiche nonché due capannoni in disuso, ospiterà le botteghe artigiane e di artisti, che ora gravitano nel quartiere Pietralata, con l’obiettivo di rilanciare il tessuto di artigianato e professioni dell’arte e della creatività anche digitale. «Quello di oggi è un passaggio importante dal punto di vista simbolico – ha commentato l’assessore ai Lavori pubblici di Roma Capitale Paolo Masini – in questo modo preserveremo l’origine di quel luogo che è deputato alla creatività».

In Campidoglio ora si studia il progetto per l’affidamento a finanziatori privati, da individuare tramite gara pubblica europea, in modo da riqualificare i fabbricati senza che l’amministrazione capitolina sostenga alcun costo: si pensa a un fabbricato per attività socioculturali e creative di Roma Capitale, un complesso per la prosecuzione delle attività degli Studios Ex De Paolis a cui aggiungere laboratori tecnici e di artigianato e multisale di proiezione. Inoltre nel progetto si prevede la realizzazione di parcheggi interrati, sia privati che pubblici, per un totale di 600 posti auto. Saranno realizzati anche la scuola De Ruggero, la piazza giardino della Rambla, un percorso ciclabile e un centro di servizi per i diversamente abili ed edilizia non residenziale. L’operazione sarà finanziata con 12,9 milioni da parte del governo, previsti dal Piano città. A pochi metri da questi interventi sono in progrmma altri progetti, molti dei quali già approvati, a partire dalla nuova sede dell’Istat e dal centro di ricerca biomedica della Sapienza con l’annesso campus. Ancora in cerca di un futuro ufficiale, infine, gli altri lotti messi in vendita da Fs accanto alla nuova stazione Tiburtina e alla nuova sede della Bnl.

Questo trasferimento a Roma Capitale comporterà, per le casse comunali, l’introito di un canone d’affitto mensile (24mila euro). Risorse che saranno destinate a progetti di autopromozione e sviluppo delle periferie, in particolare del quadrante Tiburtina Pietralata. Da luogo degradato, la cosiddetta Tiburtina Valley ora ha le carte in regola per diventare il teatro delle avanguardie della creatività.