Palazzo Strozzi, a Firenze presenta l’Avanguardia russa, la Siberia e l’Oriente. Kandinsky, Malevi?, Filonov, Gon?arova la prima mostra internazionale a riconoscere l’importanza fondamentale delle fonti orientali ed eurasiatiche nel modernismo russo, sollecitando il visitatore a seguire i sedicenti barbari dell’avanguardia nella loro scoperta di nuove sorgenti d’ispirazione. Le figure in pietra del neolitico, i rituali sciamanici siberiani, le stampe popolari cinesi, le incisioni giapponesi, le teorie teosofiche e antroposofiche e la filosofia indiana, sono alcuni degli elementi che hanno ispirato i nuovi artisti e scrittori russi nello sviluppare le loro idee estetiche e teoretiche, poco prima della rivoluzione d’ottobre del 1917. La mostra intende evocare questa attrazione e paura, allo stesso tempo, della cultura russa per l’esotico, ma anche per l’ignoto, per l’altro, che poteva essere sia lo spirito della taiga, l’incontaminato territorio dei deserti e della steppa o l’incontro con l’esponente di un’altra cultura, quella orientale: un aspetto che si rivela fondamentale nel modernismo russo sia nell’arte che in letteratura. L’avanguardia russa, la Siberia e l’Oriente è dedicata a questa complessa relazione fra l’arte russa e l’Oriente – sia questo l’Oriente russo o l’Estremo Oriente – assegnando un ruolo di rilievo agli artisti radicali russi che influenzarono lo sviluppo dell’arte moderna ormai un secolo fa. Artisti come Léon Bakst, Alexandre Benois, Pavel Filonov, Natalia Goncharova, Wassily Kandinsky, Michail Larionov e Kazimir Malevich erano profondamente consapevoli dell’importanza dell’Oriente per la loro arte e contribuirono a un ricco dibattito (Oriente o Occidente?) che lasciò un segno profondo e permanente sulla teoria come sulla loro pratica artistica. Ma la mostra mette anche in relazione gli esponenti principali dell’avanguardia russa con altri artisti dell’epoca, altrettanto significativi benché forse meno noti, come Nikolai Kalmakov, Sergej Konenkov e Vasilij Vatagin, di cui certe opere sono esposte in Occidente per la prima volta. A cura di John E. Bowlt, Nicoletta Misler ed Evgenia Petrova con l’assistenza di un gruppo di consulenti internazionali, questa mostra intende ricreare per il visitatore l’atmosfera altra in cui artisti quali Kandinsky, Konenkov e Malevi? svilupparono i propri sistemi visivi, organizzarono le loro mostre e interpretarono le ricche e variegate culture dell’Oriente. L’allestimento riflette anche il clima dell’avangurdia russa e sarà accompagnato da un ampio programma didattico.