Narkevi?ius ricomincia da capo

Da capo è il nuovo progetto dell’artista lituano Deimantas Narkevi?ius pensato per Early one morning, ciclo di mostre ideato e a cura di Alberto Salvadori. Nel progetto espositivo sono presentate installazioni sonore, video e sculture. Due nuove opere sonore – Matching the TU-144 e Da capo – sono state prodotte dal museo Marino Marini proprio in occasione della mostra.

Deimantas Narkevi?ius -nato nel 1964 a Utena, in Lithuania, vive e lavora a Vilnius- scultore di formazione, a partire dagli anni ’90, incentra la sua ricerca sulla narrazione video, filmica e semi-documentaria. Il fulcro è sempre il tema della storia, la sua percezione individuale e collettiva, la trasmissione nel tempo e i meccanismi che la trasformano in base alle diverse ideologie. La storia è intesa dall’artista come un fenomeno fisico e psicologico che si ripercuote su tutte le forme di espressione e narrazione, dalla scultura alle opere cinematografiche. Nei docu-stories la tecnica narrativa sovverte la norma cronologica e lineare, sovrapponendo e alternando continuamente passato e presente. La modalità di storytelling richiama il registro stilistico dei film amatoriali degli anni ’70, riportando continuamente il passato sulla scena come unico vero eterno protagonista della dimensione contemporanea. Opere come macchine del tempo, film come «una sorta di estensione delle sculture» come li definisce l’artista nella volontà di ricreare una sequenzialità forzosa e forzata tra ambiti e vissuti, realtà e ricordi, che solo attraverso l’arte possono tornare a comunicare.

Gli oggetti di uso quotidiano perdono la loro normale funzione per sfidare nuove identità, la loro immagine si rende indipendente e ri-interpretabile. Identità, tradizione e linguaggi si mescolano verso nuove frontiere narrative, nella drammatica necessità di riattivare la memoria collettiva, oltre i fatti storici che hanno condizionato l’evoluzione politica europea dalla caduta del muro di Berlino ad oggi, oltre le masse acefale, oltre l’anonimato cieco e sordo alle suppliche di un’umanità deteriorata e tralasciata. Una ricerca poetica volta a tutti gli «individui che consacrano le loro menti all’apertura».

Fino al 23 novembre, Museo Marino Marini, piazza san Pancrazio, Firenze; info: www.museomarinomarini.it