Questa mattina il sindaco di Prato Roberto Cenni, accompagnato dall’assessore alla Cultura Anna Beltrame, dal collezionista d’arte Giuliano Gori e alla presenza di Hanno Mott, presidente della fondazione Jacques Yulla Lipchitz e donatore alla città di Prato di un imponente nucleo di opere in gesso dello scultore cubista, ha inaugurato in piazza del Comune, la statua Prometheus Strangling the Vultur II, un’opera di bronzo dello scultore lituano arrivata da Zurigo e donata alla città dalla famiglia e dagli amici di Jacques Lipchitz. L’opera rappresenta il titano Prometeo che secondo la mitologia greca rubò il fuoco agli dei per restituirlo agli esseri umani. Questo gesto fece infuriare Zeus che incatenò Prometeo a una montagna rocciosa per essere torturato da un aquila per l’eternità. Nella versione scultorea di Lipchitz Prometeo trionfa sul suo destino, si libera dalle catene e con una mano strangola l’uccello mentre con l’altra gli afferra gli artigli. Altre due statue identiche a quella donata a Prato si trovano al Museum of Art di Philadelphia e al Walker Art Center di Minneapolis. Questa donazione segue la mostra L’arte di gesso. La donazione Jacques Lipchitz a Prato che la scorsa primavera ha totalizzato 16 mila visitatori nello splendido allestimento realizzato al primo piano di palazzo Pretorio. In mostra in quell’occasione 21 sculture in gesso e 40 disegni del maestro cubista. L’approdo a Prato delle opere di Lipchitz è il coronamento di un desiderio che la vedova Yulla espresse nel 1974, all’inaugurazione della scultura di Henry Moore Forma squadrata con taglio, in piazza San Marco. Yulla Lipchitz rimase affascinata dall’accoglienza calorosa della città, tanto da ipotizzare una possibile donazione di una parte della gipsoteca del marito. Dopo molti anni questa ipotesi è diventata realtà.