Sol Lewitt a Napoli

Dal prossimo 14 dicembre il museo Madre di Napoli ospita la mostra Sol LeWitt, l’artista e i suoi artisti, a cura di Adachiara Zevi. La mostra è il primo omaggio museale italiano reso a questo grande protagonista dell’arte contemporanea internazionale (LeWitt nasce a Hartford, Connecticut nel 1928) dalla sua scomparsa nel 2007 a New York, a 78 anni. Come suggerisce il titolo, l’esposizione intende mostrare il carattere polimorfo e variegato dell’attività artistica di LeWitt. La mostra illustra con originalità un percorso artistico di quasi 50 anni suddividendolo in tre sezioni, corrispondenti ad altrettanti nuclei tematici, con opere inedite progettate dall’artista e realizzate oggi dai suoi assistenti, con pezzi mai esposti al pubblico precedentemente, con opere infine di altri artisti ma collezionate da LeWitt.

La prima sezione, completamente inedita, è costituita da cinque wall drawings (disegni murali) selezionati in collaborazione con la fondazione LeWitt appositamente per lo spazio del Madre, progettati dall’artista nel 2007 e mai eseguiti precedentemente. Sono Scribbles, l’ultimo ciclo cui si è dedicato LeWitt. Adottano la matita nera dei primi wall drawings degli anni ’70 per distaccarlo dalla parete nel modo più illusionistico attraverso matasse di segni più o meno densi e chiaroscurati. La seconda sezione della mostra consiste di 47 opere di LeWitt appartenenti prevalentemente a collezioni napoletane: disegni, guaches e le sculture che coprono un arco temporale dagli esordi nel ’68 ai giorni nostri. Nel 1975, con la mostra alla Modern art agency di Lucio Amelio, inizia l’assidua frequentazione della città partenopea da parte dell’artista, che crescerà nel corso degli anni ’80 quando si trasferirà con la famiglia a vivere per alcuni anni in Italia, a Spoleto. Oltre che nelle collezioni private, le opere di LeWitt sono visibili a Napoli nel museo di Capodimonte, nel museo Madre, nella stazione della Metropolitana Materdei, nella fondazione Morra Greco.

La terza sezione, infine, frutto della collaborazione con il Centre Pompidou di Metz, espone 95 opere, ovvero una parte rilevante della collezione privata di Sol LeWitt. Collezionare opere di altri artisti non è mai stato per LeWitt un hobby o una attività di secondo piano, ma un impegno a tempo pieno, esattamente come disegnare, progettare i wall drawings, realizzare le strutture tridimensionali. Iniziata nel 1960, la collezione, custodita oggi allafondazione di Chester, annovera circa 4000 pezzi: frutto di scambi con artisti, con galleristi, soprattutto di acquisti. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare da un artista dal rigore proverbiale, minimalista, astrattista e teorico dell’arte concettuale, la sua collezione è onnivora, a 360 gradi, e include artisti di tutti i paesi e di tutte le tendenze, dai compagni di strada minimalisti e concettuali, sia europei sia statunitensi, agli artisti pop, neo?espressionisti, della Transavanguardia. Consistente è anche il nucleo di opere di artisti italiani, da Boetti a Merz, da Kounellis a Paolini, da Salvo a Chia a Tirelli; colleghi e amici frequentati nel corso delle lunghe e regolari permanenze dell’artista nel nostro paese.

La collezione consente di ripercorrere l’intera storia dell’arte internazionale dal secondo dopoguerra attraverso l’occhio acuto, sensibile e generoso di un suo grande protagonista. Il percorso espositivo all’interno del Museo cerca allo stesso tempo di distinguere e di fondere i tre diversi momenti della vita artistica e personale di LeWitt. Accompagna la mostra il volume di Adachiara Zevi: L’Italia nei wall drawings di Sol LeWitt, pubblicato da Electa. Il volume, il cui lavoro di ricerca ha contribuito al progetto della mostra, è il catalogo generale di tutti i wall drawings realizzati dall’artista in Italia dal 1969 fino a oggi, letti attraverso il filtro dell’influenza, riconosciuta dallo stesso LeWitt, dell’arte e degli artisti italiani sul suo lavoro. Il libro contiene anche l’intervista inedita rilasciata da LeWitt all’autrice nel 2006, la sua ultima intervista.

fino al 1 aprile 2013

Museo Madre, via Settembrini 79, Napoli

info: www.museomadre.it