Rebecca Horn è tornata

Il primo dicembre ha inaugurato, negli spazi storici dello studio Trisorio di Napoli, la mostra personale di Rebecca Horn dal titolo Capuzzelle. Dopo un decennio dall’installazione Spiriti di madreperla realizzata in piazza del Plebiscito, il fascino delle capuzzelle, ovvero dei teschi che rappresentano le anime del purgatorio, è ancora così vivo nel suo immaginario che l’artista tedesca ha voluto dedicare loro ancora una mostra. Rebecca Horn ha esposto nei più noti musei del mondo: il museo di Wiesbaden, il Folkwang Museum di Essen, il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, il Guggenheim di New York, la Tate gallery, la Serpentine gallery e la Hayward gallery di Londra. Nel 1997 ha partecipato alla Biennale di Venezia. Nel marzo 2007 è stata insignita del prestigioso premio Jawlensky ed il museo Martin Gropius Bau di Berlino le ha dedicato una vasta retrospettiva. Nel 2008 ha esposto al Rupertinum museum of modern art di Salisburgo e per il festival di Salisburgo ha curato la regia, le scene e i costumi dell’opera Luci mie traditrici del compositore palermitano Salvatore Sciarrino.

Nel 2010 ha vinto il Praemium Imperiale a Tokyo e nel 2011 la Grande Médaille des Arts Plastiques dell’accademia d’Architettura di Parigi. In Italia sue installazioni sono in collezione permanente nel museo Madre di Napoli e al castello di Rivoli di Torino. In merito all’attuale mostra, nel settembre del 2002 Rebecca Horn giunse a Napoli accolta da una coppia di coniugi ultranovantenni nella loro casa di vico Lammatari, nel quartiere Sanità, per ascoltare i loro racconti sull’antichissimo culto religioso delle anime del Purgatorio. Anime ignote, abbandonate, morte nelle epidemie di peste o in altre circostanze violente, che non hanno avuto il tempo di pentirsi dei propri peccati per passare alla beatitudine eterna. I

loro crani, le loro ossa sono state ammassate in ossari comuni come il cimitero delle Fontanelle o nelle cripte di alcune chiese napoletane. La credenza popolare vuole che queste anime appaiano in sogno ai devoti per chiedere loro preghiere e cure in cambio di miracoli. E i devoti che accettano questo scambio, adottano materialmente un teschio che chiamano affettuosamente “capuzzella” e periodicamente se ne prendono cura, lustrandolo e pregando per lui. Lo speciale rapporto di mutua reciprocità fra la vita e la morte che caratterizza la cultura napoletana, il costante flusso d’energia fra l’aldilà e il mondo terreno che non interrompe mai la comunicazione fra le due dimensioni, continuano a ispirare Rebecca Horn per le nuove sculture e i disegni presentati allo Studio Trisorio.

fino al 19 gennaio 2013

studio Trisorio, riviera di Chiaia, Napoli

info: www.studiotrisorio.com