Contaminazioni 1.0

Giammetta architects e Glam group ospitano Contaminazioni/1.0 lo spazio non convenzionale per l’arte. La contaminazione è il cuore pulsante della mostra che vede esposte insieme le opere del maestro Emilio Conciatori, e di Fabrizio Di Nardo, Piero Orlando e Silvia Conciatori. «Le sfere ci hanno fatto incontrare con il maestro Conciatori», dice Fabrizio di Nardo. Sono cerchi quelli dell’artista che Kubrick volle per realizzare la locandina di 2001 Odissea nello spazio, che rimandano al moto eterno della terra che nella sua continuità diventa attimo immobile. Occhi di “malma” che osservano e che rapiscono lo spettatore e lo lasciano al centro del fuoco, della terra e del suo vortice costante. Sono sguardi che nell’attimo stesso in cui spaventano donano la calma eterna della finitezza dell’essere umano.

Nelle opere di Di Nardo invece la profondità è negata per porre completa attenzione al colore e alla sua contemporanea negazione. Di Nardo indaga la forma che di opera in opera, si veste di una patina di lucida estraneità, distanza, che è invece lacrima di infinito, che regala al vivente pure il dono della comprensione del non-vivente. Lo spazio di via Capranica Preneste a Roma, è luogo ideale per osservare le opere d’arte senza che un significato altro da esse le venga attribuito. È uno spogliarsi dal frastuono intorno per dedicarsi esclusivamente al loro reale unico valore e significato. In questo luogo di vetro e bianco la contaminazione materica di Piero Orlando trova un suo luogo ideale. Sono creazioni che scolpendo la materia giungono alla sua essenza senza leggerezza, senza impapabilità. Il sentimento si fa solido attraendo l’osservatore verso l’orizzonte. L’attenzone di Orlando è tutta sulla possibilità di definire il campo di battaglia del sentimento, fatto di calore, densità, materia appunto e materiale.

Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni”, faceva dire Shakespeare a Prospero nella tempesta. Tra le opere di Emilio Conciatori e quelle della pittura materica di Di Nardo e Orlando spuntano come fiori di altra natura i ritratti di Silvia Conciatori. Perfetti nel tratto iconografico e al contempo densi dell’animo immortalato. Apparenti ritratti celano il loro reale significato: andare oltre l’icona per arrivare alla forza irruente che da cui è stata generata. In the fire – omaggio a Gustav Klimt ed Emilio Conciatori: il quadro La medicina dell’austriacot è la base per un’opera in cui il sangue del rosso carminio caro ad Emilio Concatori avvolge e stravolge l’intento originario.

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