In occasione della rassegna Vivere sani, vivere bene, appuntamenti, incontri e spettacoli dedicati alla salute e al benessere organizzata dalla fondazione Zoé, il cui tema per il terzo e ultimo anno è il respiro, la città di Vicenza torna a parlare di arte contemporanea con la mostra Il respiro della luce. L’esposizione è ospitata nello spazio Zoé art lab, al pianterreno del settecentesco palazzo Bissari, sede della Fondazione. A cura di Consuelo de Gara, sono presentate una selezione di 20 opere della Targetti light art collection, oggi una delle più importanti raccolte dedicate alla light art, protagonista di oltre trenta mostre in musei e gallerie d’arte di tutto il mondo come il Mak di Vienna, il Muar di Mosca, il Chelsea art museum di New York, il Centre for contemporary art Ujazdowski di Varsavia, inoltre in contesti artistici di eccellenza come la cripta di Santa Croce a Firenze e la Sainte Chapelle di Parigi.
La mostra vola attraverso la storia di questa corrente artistica, mettendo a confronto alcuni grandi maestri storicizzati con giovani artisti vincitori delle prime sei edizioni del premio Targetti light art, una competizione internazionale alla quale hanno preso parte oltre tremila nuovi talenti, selezionati e premiati da una giuria composta da direttori di musei, giornalisti, critici, curatori e collezionisti. Alcune delle opere in mostra vengono esposte per la prima volta in assoluto. Tra i creativi l’austriaca Brigitte Kowanz, ad esempio, con Lighting del 2007 lavora con lo spazio, comprimendolo e dilatandolo attraverso giochi di specchi e di luci mettendo lo spettatore di fronte ad un mondo tanto reale e scientificamente spiegabile quanto magico e straniante. Mentre il tedesco Werner Klotz in Colore mobile del 1998, grazie a un rilevatore di presenza e movimento, la luce emessa dalle lampade fluorescenti nascoste all’interno dell’opera cambia colore e intensità quando i visitatori si avvicinano.
L’azzurro, il rosa e il viola saturano l’ambiente in cui si trovano, riproducendo in modo artificiale i mutamenti cromatici provocati dall’alternanza del sole e dell’ombra in una giornata variabile. L’italiano Fabrizio Corneli presenta un opera, Laboratorio, nata da rigorosi studi di fisica ottica, infatti svela la magia della luce attraverso una poetica indagine visiva sulla sostanza dell’ombra. Due mila led si illuminano, in Multiplication del polacco Krzysztof Bednarky, dove i fasci di luce vivono in modo alternato all’interno di un cubo di plexiglas trasparente, creando forme e spazi interamente definiti da suggestivi effetti luminosi. Filo conduttore dell’esposizione è la riflessione dagli artisti sulla luce artificiale e sul suo straordinario potere di incidere sulla percezione delle cose come alcune opere che dilatano o moltiplicano lo spazio facendolo letteralmente respirare o altre che includono il visitatore in una nuova esperienza di sé.
fino al 18 novembre
Zoé art lab, palazzo Bissari, corso Palladio 36, Vicenza
info: www.fondazionezoe.it