Pomodoro, il teatro scolpito

All’interno delle suggestive sale espositive di palazzo Reale, nel cuore del centro storico di Torino, si è inaugurata, alla presenza delle istituzioni cittadine e regionali, una ricca e interessante mostra tesa a mettere in luce l’estrema affinità che, da sempre, lega Arnaldo Pomodoro, uno dei più grandi scultori del Novecento, al mondo del teatro, che, in sede di presentazione, l’artista stesso ha definito come il luogo per eccellenza della ricerca e della libertà creativa. «L’esperienza teatrale mi ha aperto nuovi orizzonti e mi ha incoraggiato e persino ispirato a sperimentare nuovi approcci e nuove idee per le sculture di grandi dimensioni, perché il teatro mi dà un senso di libertà creativa: mi sembra di poter materializzare la visionarietà».

Attraverso una serie di variegate testimonianze – tra modellini, costumi e oggetti di scena – tratte da quasi cinquant’anni di lavoro scenografico realizzato da Pomodoro per alcuni dei registi più importanti della scena italiana e internazionale, la mostra, promossa dalla fondazione Arnaldo Pomodoro e curata dall’artista stesso, riesce abilmente a mettere in luce l’ispirazione che egli è riuscito a trarre da un’arte viva e dinamica, a prima vista così distante dall’apparente staticità della scultura monumentale che l’ha reso famoso nel mondo intero. Si va dalla Caterina di Heilbronn di Kleist, messa in scena sul lago di Zurigo nel 1972, con la regia di Luca Ronconi, alla trilogia dell’Orestea di Emilio Isgrò, tratta da Eschilo e realizzata sui ruderi di Gibellina, messa in scena tra il 1983 e il 1985, con la regia di Filippo Crivelli, fino al recente dittico Cavalleria rusticana di Mascagni e Šárka di Janá?ek al teatro La Fenice di Venezia, nel 2009, con la regia di Ermanno Olmi.

Non potevano certo mancare le opere monumentali. La piazzetta adiacente a palazzo Reale è arricchita, infatti, da sei sculture di grandi dimensioni pensate inizialmente quali parti integranti delle scenografie e poi diventate opere a sé e perfettamente ascrivibili alla sua riconoscibilissima estetica mitica e geometrica: le quattro Forme del mito per il ciclo dell’Orestea, il Grande portale per Oedipus Rex e l’Obelisco per La passione di Cleopatra. La mostra Il teatro scolpito, proprio grazie all’insistita specificità del suo soggetto – il rapporto tra l’artista romagnolo e il teatro, esempio lampante di quel filo rosso di inventiva e visionarietà che collega le une alle altre tutte le forme artistiche –, riesce a svelare ampiamente una matrice fondamentale dell’intero spettro creativo di Arnaldo Pomodoro. È lo stesso artista, infatti, a ribadirlo. «L’esperienza teatrale, che abbraccio con entusiasmo, mi ha anche posto in una nuova prospettiva in relazione agli architetti con i quali lavoro e per l’environment della vita urbana». Il teatro come scuola d’arte.

fino al 25 novembre

Palazzo Reale, piazza castello, Torino

info: www.piemonte.beniculturali.it