Santo subito non lo è stato e nemmeno la statua che Roma gli ha voluto dedicare è arrivata tanto in fretta. Alla fine però, dopo mille polemiche, qualche aggiustamento e circa un anno di ritardo, sotto il cielo della capitale finalmente risplende l’opera che il maestro Oliviero Rainaldi ha concepito per celebrare Giovanni Paolo II, il più amato dei Papi. Alla presenza dell’assessore alla Cultura, Dino Gasperini, del Sovrintendente, Umberto Broccoli, e di un foltissimo gruppo di reporter provenienti da tutto il mondo, Rainaldi ha presentato la versione riveduta e corretta dell’opera dedicata a Wojtyla. Le differenze sono poche ma distintive: il mantello ha un taglio da mantello, che quindi elimina il tanto osteggiato effetto garitta, il volto del beato è più angelico. E tanto sembra bastare a consacrare definitivamente un’opera che nella prima versione aveva fatto storcere il naso a certi critici, ma che da subito i fedeli avevano comunque preso a venerare. Con la nuova veste il successo ora sembra garantito.
All’anteprima di oggi la curiosità era tanta. Prova ne è stata l’altissimo numero di giornalisti e fotografi presenti a piazza dei Cinquecento e stipati nel gabbiotto di legno che nascondeva l’opera allo sguardo del pubblico. Il perché di tanta curiosità naturalmente derivava dalle polemiche che la prima versione dell’opera di Rainaldi, benché preventivamente visionata e approvata a tutti i livelli, sia vaticani che comunali, aveva provocato per una supposta durezza del volto di Wojtyla e per quel mantello tagliato a squadra che, sommato al color verdastro del bronzo, davano un vago effetto tetro e militare al tutto. Rainaldi, scultore di fama internazionale stimatissimo anche oltre Tevere, aveva spiegato il perché delle sue scelte e che per di più queste erano state concordate. Inoltre in fase di esecuzione il progetto aveva preso una forma alquanto diversa da quella originariamente impostata dall’artista.
Sta di fatto che la prima versione non a tutti piaceva e dunque con il bene placido dei soggetti interessati si è deciso di procedere a una modifica. E dunque eccola qua. Il risultato ci sembra fedele alla aspettative. Come detto il viso di Wojtyla è meno distaccato. La prima versione ricordava di più il volto del papa nella fase della sua malattia, questa seconda è invece più serena, benevola, felice. Ma il grande cambiamento che connota e caratterizza di più l’opera è il mantello che ora finalmente produce l’effetto voluto da Rainaldi. Cioè di un papa salvifico che raccoglie sotto la sua magnanima protezione i suoi fedeli. Tutto è bene quel che finisce bene? A noi sembrerebbe di sì. Ma trattandosi di un’opera che in qualche modo tocca la religione e soprattutto la politica c’è da scommetterci che il coro degli insoddisfatti non tarderà ad alzare la sua voce.