Lo spazio mutevole

Dallo scorso primo settembre è possibile visitare, nelle fabbriche Chiaramontane di Agrigento (FAM), la prima antologica in Sicilia, promossa dall’associazione Amici della pittura siciliana, dedicata all’arte di  una delle voci più autentiche della scultura contemporanea. Le opere dell’artista sono presenti in vari musei, tra i quali il Mart di Rovereto, il museo del Castello di Pavia, la pinacoteca di Macerata, il museo De Bellis alla California state university e il museo di Bochum (Germania). Tra le opere pubbliche realizzate sono da menzionare numerose installazioni di arte urbana permanente e innumerevoli mostre personali e collettive a cui l’artista ha partecipato dal 1950 ad oggi. La mostra è intitolata Paolo Schiavocampo. Lo Spazio mutevole. Pittura e scultura. Opere 1948-2012 ed è curata da da Claudio Cerritelli, docente di Storia dell’arte contemporanea  all’accademia di Belle arti di Brera a Milano.

In mostra 65 opere, un’accurata selezione di pezzi realizzati dall’artista palermitano dal 1948 ad oggi: disegni, dipinti, collage, assemblaggi, cementi e sculture che documentano tutte le fasi di ricerca dell’artista. Cerritelli indaga poi sul rapporto tra pittura e scultura, componenti dialettiche dell’originale visione immaginativa dell’artista. Nato a Palermo nel novembre 1924, Paolo Schiavocampo si è trasferito nel 1948 a Milano dove ancora adesso vive e lavora. Ha studiato architettura all’università e arte nelle accademie di Venezia e Milano con la guida di Giacomo Manzù. «Nel suo lungo viaggio creativo – spiega il curatore – Schiavocampo ha affermato l’idea della forma in tutti i suoi aspetti mutevoli, ha toccato le profondità in cui si congiungono i percorsi della conoscenza e i confini dell’emozione, da un punto all’altro dello spazio, pittura e scultura generate nell’intreccio del loro divenire – e aggiunge – assimilata la lezione astratta di Forma 1, Schiavocampo partecipa al clima culturale del Realismo esistenziale con opere come paesaggi urbani, periferie milanesi e figure legate al mondo del lavoro che affrontano il ruolo dell’artista in rapporto a un nuovo umanesimo sociale. La sua arte dialoga dapprima con le dialettiche della pittura, ne sviluppa in seguito le attitudini plastiche per entrare nel vivo della scultura con una vena costruttiva di rara forza immaginativa. Al culmine di questa consapevolezza – conclude Cerritelli – Schiavocampo sviluppa sensibilità materiche differenti (dall’oggetto all’ambiente, dalla superficie all’istallazione parietale) fino a ricongiungersi agli impulsi del segno e del colore, strumenti vissuti di recente con nuova libertà d’invenzione espressiva».

In mostra ad Agrigento disegni e dipinti, figurativi e informali degli anni ’50 e ’60, assemblaggi e prime sculture dal 1965 al 1970, le sculture degli anni ’70, i collages degli anni ’80, opere della serie dei Polimaterici (1986-1992), del ciclo dei Cementi (1993-2003) e del più recente ritorno al segno della pittura (2003-2012) che caratterizza quest’ultima stagione creativa di Schiavocampo. In occasione dell’esposizione alle fabbriche Chiaramontane a cura dell’associazione Amici della pittura siciliana dell’Ottocento, guidata da Antonino Pusateri, sarà pubblicato un catalogo con la riproduzione delle opere esposte, un saggio del curatore Cerritelli e i relativi apparati bio-bibliografici.

fino al 14 ottobre

Fam, fabbriche chiaramontane, piazza san Francesco 1, Agrigento

info: www.ottocentosiciliano.it