La colpa è delle cose

Se la pittura è sorda, la poesia è cieca. Una cosa del genere scriveva Leonardo da Vinci e di certo non era l’ultimo arrivato. Chiaro come l’acqua che il pittore difendeva pennelli e colori contro parole e versi. Il periodo era quello che era, e di fronte a un intellettuale tutte citazioni e buone maniere il pittore veniva ancora visto come un mero artigiano. Insomma, la battaglia è stata lunga secoli ma alla fine ha portato una tregua: nessuna delle due offende l’altra per quello che non ha.

Anzi, spesso si uniscono insieme per compensare le loro mancanze. Prendete Tonino Guerra e Paolo Gubinelli per capire di cosa parliamo. Andate a vedere la mostra nella la galleria d’arte contemporanea Vero Stoppioni di santa Sofia per conferma. Compenetrazione, simbiosi fra le parole del poeta e i segni del pittore. Un corpo unico e compatto che non appartiene più a chi l’ha creato. Le poesie di Guerra sono la base delle opere di Gubinelli, un alfabeto di partenza per le sue composizioni. E allora l’artista si ritrova a prediligere la carta a qualsiasi altro supporto, lo stesso supporto usato dagli scrittori. Le forme si sfaldano e diventano astratte per sostenere la liricità così empirica di Guerra. I fogli di carta a volte portano pieghe come cicatrici sulla loro superficie, altre volte è l’epidermide della celluloide a prevalere in una fisicità bianca e asettica.

Non è evidentemente un rapporto virtuale quello tra i due, ma è stata un’amicizia reale che ha spinto il poeta a consigliare Gubinelli per la biennale di Venezia del 2011. Spiriti affini verrebbe da dire perché nel mondo c’è chi usa pennelli e colori e a chi le cose cadono di mano. “Ma la colpa non è mia, è delle cose” disse il poeta. È delle cose.

fino al 19 agosto

Vero Stoppioni galleria, via Roma 5, Forlì

info: galleriadartemoderna.com