Sbagliato non è un aggettivo

Sbagliato è un artista anonimo. Non conosciamo né il suo nome, né il suo aspetto fisico. Sbagliato si pone al di fuori delle logiche mercantili dell’arte contemporanea e decide di essere solo un nome, di far parlare esclusivamente la sua arte, finalmente, nel rapporto con una galleria di Roma, la 999 contemporary. Giovedì 21 giugno ha infatti inaugurato nella galleria di Testaccio il suo 1.0 | Sbagliato Solo Show in cui i lavori del misterioso e provocatorio street artist potranno essere ammirati tra quattro mura, con più calma e cura del solito. Famoso per aver letteralmente tappezzato Roma con decine di migliaia di adesivi che recitavano appunto il suo motto, che poi è diventato anche il nome d’arte, Sbagliato propone al pubblico una selezione di lavori che, come il totale della sua poetica, si propone come risposta a qualsiasi interrogativo.

Risposta alla quale si possono attribuire infiniti significati, proprio come la sua arte nello specifico si propone di fare: noto per il lavoro di intervento pittorico e architettonico di tipo illusionistico, Sbagliato si afferma come un moderno Andrea Pozzo, pittore barocco degli illusionismi scenografici nelle volte e nelle cupole delle chiese romane. Le finestre che da anni Sbagliato inserisce abusivamente sulla superficie delle facciate dei palazzi, sugli scogli in riva al mare o ancora riqualificando edifici dismessi, sono un risultato altro della ormai comune street art autoghettizzata contemporanea.

“Le installazioni murali di Sbagliato sono interventi sofisticati e al tempo stesso semplici, capaci di parlare ad un pubblico occasionale e a un pubblico esperto, a chi conosce la storia dei codici architettonici e a chi passando comincia a pensare a cosa c’è oltre quel muro”, scrive infatti Francesco Careri. C’è quindi la volontà di sovvertire l’equilibrio architettonico preesistente, di creare il caos nell’ordine, in modo non immediatamente percepibile. Ed è proprio questo il punto: Sbagliato vuole inserirsi, mimetizzarsi, passare (in)osservato nel contesto urbano. Se da una parte manca totalmente qualsiasi polemica di tipo sociale, certamente la componente estetica della sua opera, così come del supporto preesistente ne guadagna. Eccome.

 

fino al 21 luglio

999 contemporary, via Alessandro Volta, 48 Roma

Info: www.999contemporary.com