Il problema sono le zanzare. E puoi giurarci che sono un problema. Orde di bestie affamate che succhiano giovane sangue hypster. Per il resto perdersi il Miami è un errore. Parte venerdì sera, infatti, la tre giorni di musica indipendente milanese, ormai un classico da svariati anni. È vero, ogni edizione alza un polverone di accuse contro l’organizzazione che di anno in anno, secondo più o meno illustri critici musicali, sta portando il festival verso il tanto temuto commerciale. Ma questo è un falso problema.
Tre palchi, 60 band, cibo e fumetti confermano la grande portata di questo evento che nonostante tutto riparte ogni anno in perfetta forma. Si comincia venerdì con il pop d’alto rango: Amour Fou con il loro nuovo album e Intercity, gruppo bergamasco profondo e sporco come l’assenzio. Cinema e musica si intrecciano fra le note dei Calibro 35 e sono spari e polvere gli accordi del Pan del Diavolo. Sabato si parte con la canzone d’autore di Albengo per poi lasciarsi investire dalla polvere dei Movie star Junkins. Drink to me, Hot Gossip e Cosmetic portano sul palco la giusta fusione fra rock ed elettronica. Gruppo rivelazione dell’anno i Fast Animal and Slow Kids suonano sabato insieme ai più noti e violenti Soviet Soviet con il loro post punk tutto basso e timpani. Domenica si chiude con il post rock dei Ronins dopo Lo Stato Sociale, gli Offlaga Disco Pax, e i Classic Education semi stranieri, ma sempre ben accetti .
Veramente, non c’è motivo, non c’è ragione di non andare. Se il problema sono le zanzare, Off tutta la vita.