“Cosa voglio esprimere con la mia opera? Niente di diverso da quello che ogni artista cerca: raggiungere l’armonia tramite l’equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici. Solo in modo più nitido e più forte”.
Con queste parole Mondrian spiega la sua arte, in maniera chiara e definita così come sono le sue tele, che è possibile assaporare al complesso del Vittoriano di Roma fino al 29 gennaio. Circa settanta opere attraverso le quali si dispiega sotto gli occhi dell’osservatore un’evoluzione artistica frutto di un lavoro trentennale, nata tra la natura olandese di fine Ottocento, nutrita dalle lezioni di Cézanne e Picasso, ispirata dalle strade romantiche di Parigi così come dalla frenetica modernità di New York. Il pittore olandese inizia la sua carriera nei Paesi Bassi come paesaggista ma, come altri nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento, insoddisfatto dalla semplice rappresentazione della realtà, cerca un modo per far si che la propria arte vada oltre l’immagine, e raggiunga ed esprima una visione più profonda.
Nomade, attraverserà tutta l’Europa fino a raggiungere gli Stati Uniti per sfuggire agli orrori della Seconda guerra mondiale, attraversando il mondo, gli anni e la storia. Da questa ricerca prende piede l’arte di Mondrian, quella scomposizione della natura in righe orizzontali e verticali, mai diagonali, che dividono in settori geometrici la tela, come una sorta di reticolato a immagine del mondo. I colori che l’artista utilizza sono solo i primari, giallo, rosso, blu, e i non colori come il bianco o il nero, ma è con questa semplicità di forme e cromatismi che Mondrian costruisce il suo universo, copiando l’armonia della natura e trasponendola su tela. Il nome per questa esperienza artistica, “Neoplasticismo” è scelto dallo stesso Mondrian e compare per la prima volta nel 1917 sulle pagine della celebre rivista “De Stijl”, lo stile, proprio per descrivere la sua arte profonda ed essenziale.
La mostra inaugurata al Vittoriano è curata da Benno Tempel, direttore del Gemeentemuseum dell’Aia, il museo con più opere del pittore olandese al mondo, che apre la fila dei prestiti importanti provenienti da tutto il mondo di cui la mostra si avvale, tra cui quelli della National Gallery of Canada e del Museum of modern art di Kyoto. Il titolo, “Piet Mondrian-L’armonia perfetta” rende perfettamente l’idea del lavoro di sintesi e di rielaborazione effettuato da uno dei più grandi maestri dell’astrattismo, che dietro le rigide quadrature e la semplicità dei colori nasconde una vastissima esperienza artistica, umana e spirituale. Continua quindi la serie delle grandi mostre del Vittoriano, che dopo aver deliziato la scena capitolina con la personale su Tamara De Lempicka cerca un bis d’approvazione con questa grande retrospettiva dal sapore totalmente diverso, mostrando una versatilità in grado di stupire e affascinare i cultori dell’arte di ogni genere.
di Camilla Mozzetti
Fino al 29 gennaio
Roma, Complesso del Vittoriano
Info: 066780664