Dopo il successo registrato dall’iniziativa dedicata all’arte italiana tra Settecento e Ottocento nel 2010, si è aperta la nuova stagione culturale di Castel del Monte con la suggestiva mostra-evento De Chirico a Castel del Monte. Il labirinto dell’anima.
Un’occasione unica per i visitatori di Castel del Monte per accostarsi all’artista più autorevole del pensiero metafisico, per la prima volta emblematicamente ospitato nella prestigiosa cornice architettonica pugliese. Un nucleo di opere dell’artista viene inserito in spazi fortemente evocativi, regalando un’esperienza al limite del sensoriale e di grande suggestione, i cui caratteri sono accentuati dal "fil rouge" che lega la poetica dechirichiana dell’enigma con l’eterna insondabilità del castello duecentesco.
La mostra-evento, curata da Victoria Noel-Johnson, "curator" della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e da Michela Tocci, direttrice di Castel del Monte, presenta una serie di opere specificamente scelte per i loro soggetti: i protagonisti sono colti in piena meditazione metafisica, spesso isolati in stanze claustrofobiche o all’interno di architetture prive di logica. Tali rappresentazioni, apparentemente “chiuse”, dialogano costantemente con l’esterno: finestre o porte si aprono su una piazza d’Italia o su un paesaggio; il mare o un bosco appaiono all’interno di una stanza; su una lavagna sono tracciati i calcoli di costellazioni stellari. Ugualmente l’esterno si relaziona con l’interno in modo sorprendente e straordinario, evidenziando come nel mondo dechirichiano la logica sia capovolta.
Il viandante deve navigare i meandri dell’universo con l’utilizzo di una bussola, ovvero la contemplazione metafisica. Obiettivo principale dell’esposizione è dunque quello di creare un’esperienza metafisica per il visitatore, facendo in modo che si perda, che esplori, per potersi ritrovare dentro le opere del maestro e negli spazi del Castello: un labirinto metafisico collocato all’interno di un labirinto reale. Il carattere labirintico cui la mostra allude, dal punto di vista dello spazio espositivo, sembra risiedere non tanto nella plastica della struttura architettonica, che è piuttosto lineare, quanto proprio nel suo alternarsi di luce e buio: di ombre profonde e luci abbacinanti.
Fino al 28 agosto
Castel del Monte, Andria (Bt)