Per cercare di svelare lo stile di un’artista bisogna riuscire a trascendere le sue opere arrivando a delineare prima il profilo dell’uomo e seguentemente il messaggio che con il suo lavoro vuole trasmettere. È necessario trovare l’inizio e la fine nel percorso di un talento per riuscirne a spiegare la natura, il senso ultimo. Per cercare in qualche modo di spiegarne la sacralità intesa non esclusivamente nell’accezione religiosa. Alla galleria romana "20 art space" di via XX settembre, l’arte di Alessandro Kokocinski è stata la protagonista del dibattito moderato dal caporedattore di Inside Art, Maurizio Zuccari, che ha visto l’importante contributo di padre Andrea Dall’Asta, direttore della galleria d’arte milanese San Fedele. Al centro dell’incontro lo stile di un’artista che può vantare l’appellativo del maestro. Lui, l’uomo che ha vissuto sulla sua pelle alcune delle più importanti svolte del secolo scorso, trasforma sentimenti e pensieri in opere d’arte che esulano la materialità del reale e si rifanno invece a una dimensione quasi divina, sacra. Ed è proprio su questo aspetto sulla relazione tra bellezza e sacralità, espresse nelle opere pittoriche di Kokocinski che padre Andrea Dall’Asta ha spiegato la sua visione, il suo punto di vista su cosa significhi la bellezza e quando è possibile rintracciarla in un’opera d’arte. Info: www.20artspace.it.
di Camilla Mozzetti e Francesco Talarico