Adel Abidin, artista iracheno internazionale, classe ’73, espone nella sua prima personale alla galleria Artopia di Milano. Ping pong è il nome del video che presenta, accompagnato da due "still" di grandi dimensioni. Video e installazione sono i mezzi prediletti dall’artista che generalmente affronta temi come la guerra, l’identità culturale e l’emarginazione.
In Ping pong due giocatori praticano questo sport ma al posto della rete c’è una donna dalla pelle molto chiara che riceve le palline su di sé con dolore e sofferenza, riportando i segni dell’urto. Il suo lamento è straziante. Un giudice indifferente conta il punteggio senza battere ciglio sulla violenza che sta avvenendo. Sono avvertiti contrasto e tensione fra l’apparente innoquità del gioco e l’atto violento che viene svolto dai giocatori nel conflitto fra la volontà di vittoria e la sofferenza della donna. «Si tratta di una lotta di potere – commenta Abidin – dove l’ousider è la vittima».
L’artista, nato a Bagdad, vive e lavora a Helsinky in Finlandia. Ha rappresentato la Finlandia alla Biennale di Venezia del 2007 e nel 2008 ha preso parte alla Biennale del Cairo. Ha esposto in diverse personali e collettive in Europa e Medio Oriente, la prima personale è del 1999 all’Inaa art gallery- Baghda1990 Alweya club di Baghdad e le ultime nel 2010 al Da2 Domus Artium 2002 (Centre of contemporary art in Salamanca) in Spagna e alla Location One gallery di New York. Rappresenterà l’Iraq alla prossima Biennale d’arte contemporanea di Venezia.
Fino 2 luglio
Artopia, via Lazzaro Papi 2, Milano
Info: 025460582; www.artopiagallery.it