Figli dei pionieri

Nonostante il titolo della mostra dichiara di suonare come una “minaccia” del peso storico nei confronti della nostra società, “Sons of pioneers” rivendica una nuova era visiva. Rimpasta simboli in sculture totemiche, costruendo trofei di Babele eretti su piedistalli in mostra ai fruitori. Le bandiere del nuovo mondo si susseguono in “arazzi” di tessuto, dalla serie “United in different guises” dove lo stato quiescente del mondo risorge al culmine di un monte diurno, scandagliando il passare del tempo.

Colori definiti si intagliano su segni geometrici verticali e Tim Ellis, protagonista dell’esposizione, prosegue la sua ricerca artistica in movimento tra artificio e artefatto, dove la maestria di esecutore quasi originale rischia di cedere alla serialità dell’esecuzione, producendo copie e falsi, altri da sé. I figli dei pionieri siamo noi, mentre il giovane artista inglese sembra inserirsi nel modello pioneristico di una società che ha visto troppo, che ha visto tutto e che però, fatica a digerire. Fatica a ricordare, a testimoniare il giusto. E la pratica di Ellis, curata da Rita Selvaggio, sembra conservare e riutilizzare, interrogandosi “sulle possibilità inespresse del manufatto, alterarne la destinazione originaria con l’intenzione di ripensarne il valore e la funzione, mettendo in evidenza il processo che porta un oggetto trovato ad appropriarsi di un differente valore culturale”, come cita il comunicato stampa della mostra.

Ricordando la pratica analitica di James Beckett e la ricerca storica di Ian Tweedy, Tim Ellis sembra contemporaneizzare simboli sparsi di storia iconografica, restaurandola con nuovo significato per inserirla in un mondo a metà tra la scultura e l’artigianato artistico.

FIno al 16 luglio
Furini arte contemporanea, via Giulia 8, Roma
Info: 0668307443, www.furiniartecontemporanea.it

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