“Present” arriva da lontano. A spiegarcelo è l’artista stessa: «In Birmania abbiamo visitato Bagan e il suo vasto altopiano con centinaia di pagode e templi. L’arida bellezza del posto e il caldo dell’estate ci avevano tolto il fiato. Mentre andavamo da un tempio all’altro, i bambini ci salutavano urlando: "Present, present". La parola risuonava come richiesta di un piccolo dono e come il travolgente annuncio che eravamo lì, insieme, a condividere quel singolare momento:"the present"».
Barbara Bloom riflette da sempre sul valore, sul significato, sull’essenza degli oggetti; la sua arte testimonia un’attività di profonda ricerca concettuale. La sua seconda monografica alla galleria Raffaella Cortese di Milano pensa al regalo come messaggio tra due esseri umani, in tutti gli aspetti, positivi e negativi, che ne racchiudono al contempo fascino e mistero. Perché se da un lato il dono è in sé una piccola opera d’arte, testimone di due mondi, quello del donatore e quello del destinatario, che vengono a contatto e si fanno oggetto, dall’altro va tenuto a mente che in tedesco “gift” sta per “veleno”.
La Bloom, artista nata a Los Angeles nel 1951, ci porta a riflettere, con ironia e acutezza, sui riferimenti sottotraccia che stanno al di là dell’oggetto-regalo, in un continuo gioco di allusioni. Interpretare il dono, d’altronde, è attività cui siamo già avvezzi senza probabilmente essercene mai accorti: “Present” ci accompagna nella lettura dell’oggetto e delle relazioni che si stagliano dietro di esso, quei due mondi che nel venire a contatto diventano testimoni di un’umanità che vive, per l’appunto, il suo presente.
La mostra, inaugurata il 24 marzo dalla Bloom e dal curatore Andrea Viliani, resterà aperta alla galleria Cortese di Milano (via Stradella, 7) fino al 14 maggio prossimo. L’ingresso è libero dal martedì al sabato, dalle 15 alle 19.30.