Nancy Spero, una femminista a Londra

Sconvolgente e inquietante l’installazione nella quale teste di donne sono appese a nastri rossi e neri e a catene. Dalle loro bocche urlanti fuoriescono lingue di fuoco o di serpente e dai volti trapela una feroce energia psichica. “Maypole take no prisoners II” (2008) è l’istallazione che accoglie, o forse sarebbe meglio dire scuote l’osservatore appena varca la soglia della mostra. La retrospettiva allestita ora nel cuore Hide park dopo essere stata presentata al Centre Pompidou di Parigi (tra il 13 ottobre e il 10 gennaio 2010), ripercorre il cammino dell’artista Nancy Spero. Nei suoi lavori è evidente una specifica natura di genere, anche se sarà solo negli anni ’70 che l’artista identificherà il suo lavoro con la protesta femminista.

L’artista, scomparsa nell’autunno del 2009, si radica nella tradizione figurativa attraverso un vibrante linguaggio visuale, costruito con la storia e la mitologia della cultura presente e passata, ponendosi in opposizione ai movimenti formali dell’astrazione e della pop art, dominanti negli anni ’50. La sua immensa creazione artistica appare ancora straordinariamente contemporanea nell’occuparsi di tematiche quali la guerra, la donna, la storia, l’eros e il burlesque. Oltre che nell’opporsi alla tradizionale tecnica dell’olio su tela, decidendosi in favore di materiali più semplici e arrivando a sviluppare un linguaggio effimero, tramite l’utilizzo di carta, collage, gouache e disegno; fino, poi, all’utilizzo delle installazioni.

Nel 1969 entra nell’associazione War (Women artists in revolution) ed è tra le fondatrici e firmatarie di Air (Artists in residence), la prima galleria di donne artiste a Soho, New York. Fra il ’66 e il ’69 esprime la sua protesta, contro la guerra del Vietnam, con una serie di lavori su carta che vogliono mostrare tutta l’oscenità della guerra, toccando così importanti temi politici e sociali. Questioni che si riflettono anche in “War series”, fra il 1966 e il 1970, e la “Torture of women” nel 1974-76, nei quali è forte il riferimento al sesso maschile nel riconoscere un’identità di genere alle macchine da guerra.

I successivi lavori, presenti in mostra, dal titolo “Artaud paintings” (1969-1970) e “Codex Aratud” (1971-1972), sono direttamente ispirati dal poeta e attore francese Antonin Artaud e risalgono al periodo nel quale l’artista risiedeva a Parigi. La caratteristica di questi lavori sta nell’aver dipinto, su lunghi rotoli di carta, citazioni tratte direttamente dalle parole dello scrittore e, attraverso l’unione di immagini e testo, tramite pochi segni e colori, sono valorizzate e allo stesso tempo acquistano nuovo significato le stesse parole di Artaud. Anche dopo la guerra del Vietnam, Spero continua nel suo impegno politico affrontando diverse tematiche sociali. Il corpo femminile diventa soggetto privilegiato e centrale dell’analisi: l’artista lo rappresenta destabilizzando i codici sessuali imposti dallo sguardo maschile e sovrapponendo al reale, l’immaginario e il simbolico, in un gioco di figure colorato altamente allegorico e incisivo. Sviluppando il tema della donna si rifà alla storia e alla mitologia, per esprimere la ribellione e la rabbia, l’alienazione, la paura e il disappunto.

Tutte e quattro le pareti di una delle sale della Serpentine ospitano il lavoro “Azur” (2003). L’opera avvolge lo spettatore che rimane attratto, e allo stesso tempo disorientato, dai colori squillanti e dalla cura per un simbolismo che rivela le influenze della rappresentazione della donna nell’arte classica ed egizia, alla quale l’artista combina la moderna rappresentazione trasgressiva della donna nella nostra società. Una pittura materica, un cromatismo forte dove è assente un articolazione lineare sintattica, a vantaggio di un espressionismo e di un simbolismo non scontato ed attraente. Sono sicura che l’incisività del linguaggio di Nancy Spero e i lavori spesso radicali e forti non possono che lasciare un segno a coloro che si troveranno a Londra, magari dopo una passeggiata lungo le sponde del lago che da anche il nome alla galleria.

Fino al 2 maggio
Serpentine gallery
Kensington gardens, Londra
Info: www.serpentinegallery.org

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