Serigrafie dal gusto punk, inserti di vernice spray, citazioni fumettistiche (X-Men), richiami al rock alternativo (dai Gossip dell’esagerata Beth Ditto alla rivisitazione che i Ministry hanno riservato ai Pink Floyd, pubblicando nel 1999 l’album “Dark Side of the Spoon”, dedicato all’ex chitarrista della band, William Tucker, suicidatosi nello stesso anno), frammenti testuali che assemblano una stratigrafia della cultura visiva più familiare (e al contempo straniante).
Un immaginario culturale contemporaneo maneggiato da Michael Bevilacqua – abile nella contrapposizione tra concetti, simboli e livelli interpretativi – protagonista della mostra “Catastrophe Ballet” in cartellone fino al 7 maggio alla galleria milanese The Flat di Massimo Carasi. La personale dell’artista statunitense, che prende il titolo dall’album dei Christian Death del 1984, include una collaborazione con il collega e connazionale Dean Sameshima, e ispirandosi alle atmosfere cupe e nervose del disco sopracitato, propone una serie di dipinti percorsi da una carica iper-pop venata da un’inquietudine minacciosa.
Si tratta di una mostra articolata e complessa, difficilmente catalogabile, che sviluppa all’interno dei due ambienti della galleria un confronto di spazi e di inclinazioni: il seminterrato, infatti, presenta un progetto concepito e realizzato per l’occasione con Sameshima, intitolato “In passing”. L’ambiente realizzato per l’occasione contrasta con l’aspetto luminoso e arioso dell’esposizione al piano terra, rappresentando un’indagine radicale contraddistinta da una chiara attenzione per gli elementi legati alla teatralità e all’esibizionismo.
Le spille da balia serigrafate su fondo nero di Sameshima, vere e proprie icone del movimento punk, rivestono un habitat fortemente impregnato di gay-culture e di nostalgia, di rimando al pavimento – coperto da un intervento dei due artisti – dove sono collocate alcune opere tridimensionali di Bevilacqua, che richiamano un immaginario ammiccante e fantascientifico. Info: www.carasi.it.