Nuove vie attraverso la creatività. Illuminazioni, questo il titolo della 54esima edizione della Biennale d’arte di Venezia, che prenderà il via il 4 giugno e resterà aperta fino al 27 novembre, con inaugurazioni fissate al primo, 2 e 3 giugno. La kermesse si presenta con un record, quello delle 88 partecipazioni nazionali. E con la voglia di rimanere al vertice del sistema artistico internazionale anche e soprattutto in tempi di crisi. L’esposizione, firmata quest’anno dalla storica e critica svizzera Bice Curiger, curatrice della Kunsthaus di Zurigo e fondatrice della rivista "Parkett", dovrà infatti vedersela con i fortissimi tagli, nell’ordine del 45%, al complesso sistema delle sue attività, dalla danza all’arte contemporanea. Tanto da spingere il sottosegretario ai Beni e alle attività culturali, Francesco Maria Giro, a formulare «un nuovo appello al presidente del Consiglio, perché – ha detto nel corso della presentazione, nella sede romana del ministero di via di San Michele – si sta esagerando con i sacrifici». La Biennale, comunque, costerà alla fine circa 13 milioni di euro. La mostra principale, allestita al padiglione centrale dei Giardini e all’Arsenale, ospiterà 82 artisti: tanti i giovani, nati dopo il 1975, e le donne, ben 32. Intorno al nucleo principale sbocceranno i padiglioni nazionali, con l’esordio di nuovi paesi come Andorra, Haiti e Bangladesh. Massimo riserbo sul padiglione italiano, curato da Vittorio Sgarbi, che sarà presentato con un evento ad hoc alla metà di aprile e del quale si sa solo che comprenderà una superficie più ampia dell’usuale allestimento. «La Biennale è come una macchina del vento – ha detto il presidente Paolo Baratta – ogni due anni dà forza e voce a nuovi virgulti». Gli ha fatto eco la curatrice Curiger che, illustrando i dettagli della mostra, ha ribadito la necessità di proporre un’arte «popolare e non populista, che sia preservata dalla volgarità». Info: www.labiennale.org.
di Giorgia Bernoni e Simone Cosimi