Tratteggiando l’espressione artistica di Margareth Dorigatti – nata a Bolzano, vive e lavora tra Roma e Berlino – la curatrice Giovanna Dalla Chiesa rammenta la sua capacità «di parlarci sempre di un’investitura da parte del gesto pittorico, del corpo-anima della pittura, sopra ed oltre il codice scritto dell’immagine o della parola, sopra ed oltre il confine dei segni e delle cerniere portanti del linguaggio artistico».
Protagonista della personale Due laghi, in programma alla galleria Goethe di Bolzano fino al 22 marzo, Dorigatti si è rapportata con ottimi riscontri a una serie di campi – dalla pittura alla grafica, dalla fotografia alla scenografia, dal "grapich design" al "layout" – che ne hanno caratterizzato l’attitudine professionale. L’artista viaggia sul binario Roma-Berlino, città entrambe fondamentali per la sua formazione, un legame rinsaldatosi particolarmente negli ultimi anni, tanto da scomporre e ricomporre la sua vita, quasi a metà, tra le due metropoli. La presenza di un’ampia natura nel cuore della capitale tedesca permette a Dorigatti vasti spazi di riflessione e distensione.
Con il lago Schlachtensee – le cui coste sono tra le preferite dei giovani del luogo – l’artista ha maturato un rapporto di confidenza e d’amore. Esso rappresenta un luogo di riparo e di redenzione, e Dorigatti ha condiviso la sua adolescenza tra questo specchio d’acqua e il lago di Monticolo, vicino a Bolzano. Due vasi-comunicanti che hanno dato vita alla scintilla dalla quale è scaturita la mostra: nei dipinti, nelle carte che l’artista ha “lavorato” per l’occasione – frutto di una serie di sopralluoghi sui due laghi, dove ha raccolto le acque, la terra, le foglie, mescolandole come una paziente alchimista per poi distribuirne la traccia sensibile sulla superficie delle nuove opere – qualsiasi argine lineare risulta per sempre svanito, ogni parola è muta e immobile. Com’è nella parvenza di un lago assai caro.
Info: www.galleriagoethe.it