Era stato Pietro Masturzo, con quella fotografia scattata dai tetti di Teheran il 24 giugno 2009, a vincere nel 2010 il più ambito premio di fotogiornalismo al mondo. L’immagine immortalava alcune donne che nella notte, all’indomani delle contestate elezioni presidenziali, gridavano in segno di protesta contro Mahmud Ahmadinejad da un tetto di un edificio della città iraniana. Un anno dopo, invece, a trionfare al "World press photo" numero 54 è la sudafricana Jodi Bieber che ha catturato il volto deturpato di Bibi Aisha, diciottenne e colpevole in quella terra di nessuno e al contempo di "troppi" quale l’Afganistan, di aver oltraggiato il marito. Per volere della giustizia talebana la giovane è stata condannata all’amputazione di naso e orecchie. Oggi Bibi Aisha si trova negli Stati Uniti ed è stata sottoposta a diversi interventi chirurgici per cercare di ricostruire il volto.
Sembra che l’interesse del premio fotogiornalistico, ancora una volta, tenda a mostrare gli orrori e le contraddittorietà di popoli e governi le cui vicende rimbalzano da mesi sulle colonne di quasi tutti i giornali internazionali. E non è un caso se nel centro dell’obiettivo compaiono volti e storie di paesi quali l’Afghanistan o l’Iran, che a loro modo rappresentano il lato oscuro di un mondo che sembra aver perso, dimenticato, cancellato, alcuni principi base un vivere comune.
La fotografia di Masturzo, vincitrice la scorsa edizione, poteva essere soggetta a critiche, perché nonostante la storia che portava in sé, sembrava apparire decontestualizzata e costruita. Discorso diverso, invece, per lo scatto proveniente dall’Afghanistan, una di quelle foto che, citando le parole di David Burnett, presidente di giuria del concorso, potrebbe «diventare una di quelle opere di cui si parla dicendo: "ti ricordi quella foto di quella ragazza afghana". E sai esattamente a quale ci si sta riferendo»
La Bieber si aggiudica anche il primo premio nella categoria "Portraits singles" dopo aver collezionato otto riconoscimenti nella competizione nelle trascorse edizioni. Ma il "World press photo" si compone di molte altre sezioni che vanno dalla cronoca allo sport fino allo spettacolo. A vincere nella categoria "Spot news singles" è Peter Lakatos dall’Ungheria con uno scatto di un suicidio a Budapest. Daniel Morel, trionfa, invece, nella categoria "Spot news stories" con un ritratto del dopo Haiti. L’italiano Riccardo Venturi, rappresentato da Constrasto si aggiudica invece il primo premio nella sezione "General news singles" con un bianco e nero, sempre di Haiti, narrante l’incendio del vecchio mercato di Port-au-Prince. "Earthquake aftermath" è poi il titolo della scioccante fotografia di Oliver Laban-Mattei che ritrae, sempre nell’isola caraibica, lo smaltimento dei cadeveri del dopo terremoto (in alto). L’autore arriva primo nella categoria "General news stories".
Da Haiti il premio si sposta in Asia e assegna al fotografo Altaf Qadri il riconoscimento nella sezione "People in the news singles" nel cui lavoro viene raccontato il funerale di Feroz Ahmad, presidente indiamo del Kashmir. Daniel Berehulak dall’Australia torna in Pakistan e vince nella sezione "People in the news stories" con il racconto delle inondazioni in Pakistan verificatesi nel paese ad agosto e settembre scorsi. Per lo sport trionfa il sudafricano Mike Hutchings, fotografo della Reuters che racconta l’aggressione all’olandese Demy De Zeeuw, preso a calci in faccia dall’uruguaiano Martin Caceres, durante la Coppa del mondo di semifinale, tenuta a Città del Capo lo scorso 6 luglio. Un intero portfolio, ad opera dell’australiano Adam Pretty, vince tra i racconti sportivi, mentre tra le più importanti storie contemporanee l’italiano Marco Di Lauro vince con il reportage sulla crisi alimentare in Niger.
Dal Canada Ed Ou, per la sezione "Contemporary issues stories", vince con le immagini sulle fughe dalla Somalia, il paese africano da anni vittima di una sanguinosa guerra civile. E poi ancora Omar Feisal per la sezione "Daily life singles" e Martin Roemers, mentre Andrew McConnell dall’Irlanda vince nella categoria "Arts and entertainment singles". "Night screenings at traveling cinema" è il titolo della foto vincitrice in "Arts and entetainment stories" dell’indiana Amit Madheshiya. Nelle ultime sezioni dedicate alla natura vincono un tedesco e uno statunitense, Thomas P. Peschak e Benjamin Lowy.
Buona prestazione per i fotografi italiani che anche in questa edizione tengono dignitosamente alto il livello nazionale. Oltre a Riccardi Venturi, vincono al "World press photo 2011" gli autori Davide Monteleone, secondo classificato nella categoria "Arts and entertainment", e Fabio Cuttica, terzo nella stessa categoria, con una fotografia dell’attore Fabian Lopez sul set del film El Baleado 2, girato a Tijuana, in Messico.
Il "World press photo" è uno dei più importanti riconoscimenti nell’ambito del fotogiornalismo. Ogni anno da Amsterdam la giuria seleziona le immagini più forti e significative di un intero anno. Dalle cronache allo spettacolo tracciando le fila di una storia comune mondiale fatta di guerre, stragi ma anche di sport, cultura e intrattenimento. I lavori dei vincitori sono pubblicati nel prestigioso catalogo edito dalla fondazione del premio e vengono esposte in tutto il mondo in importanti gallerie e musei in un tour sempre più in espansione, che quest’anno prevede mostre in circa 100 città in 45 diversi paesi.
Diverse e multiformi occasioni per vedere raccolte le immagini più belle e rappresentative che hanno accompagnato, documentato e illustrato gli avvenimenti di questo ultimo anno sui giornali di tutto il mondo. Una testimonianza che è quasi un documento storico capace di far rivivere gli eventi cruciali dell’anno. Il suo carattere internazionale, le migliaia di visitatori e l’interesse suscitato dall’evento nel pubblico specialistico e non, sono la dimostrazione del potere che le immagini hanno di trascendere le differenze culturali e linguistiche per raggiungere livelli altissimi e immediati di comunicazione. Il primo appuntamento italiano della mostra "World press photo 2011" è previsto per aprile al museo capitolino di Roma in Trastevere mentre a maggio sarà ospitata dalla galleria milanese Carla Sozzani.
Info: www.worldpressphoto.org