La collezione d’arte tribale indiana creata da Roberta Ceolin e Claudio Tirelli, nel susseguirsi di viaggi e ricerche, nell’arco di trent’anni, è ora esposta in una sede adeguata, il Museo popoli e culture. La mostra, intitolata Magica India, ospita strumenti musicali, ornamenti, monili, sculture in ottone, bronzo e legno, dipinti, ceste e copricapi tradizionali, tra scatti di trenta gigantografie che riprendono differenti etnie. Ogni oggetto porta in sé lo spirito che lo ha prodotto, la profondità che come un grido narrante attraversa spazi e tempi per raccontare l’esistenza di un popolo e la storia che lo caratterizza.
Paola Rampoldi, la curatrice della struttura, spiega qualcosa in più sull’esperienza di Magica India: «Le visite guidate sono state pensate per la domenica pomeriggio, sono gratuite, a cura dei collezionisti, anche se per l’ascolto si deve pagare l’ingresso al museo di cinque euro. Due collezionisti illustrano le opere raccontando la storia d’ogni singolo oggetto, di chi l’ha prodotto e del gruppo etnico che è legato ad esso». Questo è un anno speciale per il museo, poiché festeggia i suoi cento anni di storia. Una lunga vicenda che raccoglie oggetti provenienti da Oceania, Asia, Africa e America Latina, inviati da padri missionari. Si ricordano padre Carlo Salerio (1827-1870), che arrivò in Italia con una grande quantità d’oggetti dell’isola di Woodlark, in Melanesia, e monsignor Simeone Volontieri (1831-1904), missionario del Pime, Pontificio istituto missioni estere, e vicario apostolico della provincia cinese di Henan. Anche padre Raffaello Maglioni (1891-1953) è ricordato con stima, poiché riesumò vari reperti rigurdanti culture neolitiche della Cina meridionale, alcuni dei quali sono stati prestati al Museo popoli e culture dal Museo di Hong Kong.
Fino al 30 gennaio
Museo popoli e culture
via Mosè Bianchi 94, Milano
Info: 0243820379; www.museopopolieculture.it