«Finalmente il premio è tornato a casa». Con queste parole la direttrice del Maxxi arte Anna Mattirolo ha aperto la conferenza stampa di presentazione del vincitore del Premio Italia arte contemporanea. Il riconoscimento, infatti, dal 2002 è sempre stato ospitato nella prestigiosa sede della Biennale di Venezia. Ora torna a Roma in quella sede, a via Guido Reni, che molti hanno consacrato come museo del XXI secolo.
Quattro gli artisti in gioco, una sola vincitrice: Rossella Biscotti. Minuta, pugliese che divide la sua vita tra l’Italia e l’Olanda e che trionfa con un’opera “site-specific” legata agli anni Settanta. O meglio a quel periodo storico e sociale che fa ancora parlare di sé. Il progetto della Biscotti, Il processo, è legato a una ricerca condotta negli spazi del Foro italico e ai movimenti di lotta avvenuti negli anni di piombo. «Sono partita da uno studio sugli edifici d’epoca fascista – ha detto l’artista – da lì ho ampliato poi la mia ricerca cercando di svelare l’anima di quei posti e quelle sale che resteranno impresse nella memoria collettiva per il valore simbolico che possiedono: l’aula bunker della Corte d’assise del tribunale di Roma del Foro italico dove si tennero alcuni dei più importanti processi contro il terrorismo, quello Moro o il processo soprannominato 7 aprile». I suoi sono calchi in cemento che ricordano e rimandano a un altrove, memoria comune di una storia collettiva. Un percorso all’indietro articolato in frammenti, perché i calchi ricostruiscono solo appena l’aula esistente. L’installazione si completa infatti attraverso un audio che riporta trascrizioni, registrazioni e ricostruzioni del processo. «Ho creduto molto in questo progetto – ha detto la Biscotti – sicura del potere che ha l’architettura, e cioè quello di rendere, anche se frammentariamente, un qualcosa di reale che trasuda memoria e ricordo, che è testimone di storia, una storia importante per la vita sociale del nostro paese». L’opera di Rossella Biscotti entrerà a far parte della collezione permanetene del Maxxi, che come promette Anna Mattirolo «s’impegnerà a realizzare al più presto un catalogo per l’artista».
A ricevere poi una menzione speciale i fratelli Gianluca e Massimiliano de Serio, che con il loro progetto Stanze 2010 analizzano la tradizione della poesia in Somalia e la sua importanza come strumento di dibattito pubblico e politico del paese africano. L’opera è un film, quasi un documentario, realizzato grazie ad alcuni giovani rifugiati politici somali residenti a Torino. «Ringraziamo soprattutto loro, quei giovani che ci hanno permesso di realizzare l’opera, e che oggi, per ovvi motivi non possono essere qui con noi. Il riconoscimento va a loro» hanno detto i due fratelli durante la conferenza di premiazione.
Le mostre del Premio Italia arte contemporanea saranno ospitate dal Maxxi fino al 20 marzo, mentre fino al 13 febbraio il museo ospita anche la mostra Contemporaneo.Doc la prima mostra dedicata a Docva l’Archivio di Careof e Viafarini. Oltre 3.000 fotografie di giovani artisti italiani, 150 video, 5 database ondine per testimoniare il meglio della giovane arte contemporanea italiana.
di Camilla Mozzetti