"Impellizzeri XX. Performances dal 1990 al 2010". Questo il titolo della personale di Francesco Impellizzeri, eclettico artista dai mille volti. La mostra si divide in due parti: al pian terreno è possibile rivivere tutta la sua carriera, documentata in un video, riversato in digitale per un unicum di ben 2 ore di visione. Al primo piano si potranno guardare da vicino i diversi costumi, foto e disegni che l’artista ha raccolto in diverse bacheche a documentazione del suo iter. «Si tratta di un’occasione importante – racconta Impellizzeri – sono passati vent’anni dalla mia prima apparizione nell’ottobre del ’90 alla Temple gallery di Roma. Volevo quindi raccontarmi in una mostra. Sicuramente mi ha aiutato e sostenuto Domenico Scudero, che da sempre mi chiedeva di esporre i miei personaggi».
Il Mlac, Museo laboratorio arte contemporanea, diventa così teatro di più maschere, personaggi che deridono la nostra società. Un trionfo di colori sgargianti, di musica, di apparenti frivolezze che in realtà rappresentano una forte critica alle più disparate convenzioni sociali. Prosegue l’artista: «Attraverso i miei personaggi racconto mille sfaccettature. Quando creo una nuova maschera, cerco di tenere a mente tre livelli di fruizione: quello ludico, ovvero la mia parte infantile che non ho voluto sopprimere, quello ironico, che mi permette di dire ciò che desidero, ed infine quello critico, dove attacco luoghi comuni e stereotipi».
Con questa mostra Impellizzeri vuole coinvolgere lo spettatore nel suo percorso artistico, non solo mostrando le bozze dei suoi costumi, ma anche realizzando delle piccole messe in scena rappresentative di ogni personaggio: ogni maschera, presente fisicamente nella mostra, è, infatti, accompagnata da foto di repertorio. Ecco quindi: Strilli, Lady Muk, Flambé, Unpopop e Motocicleta. Il tutto condito da un sottofondo musicale in cui si alternano canzoni scritte da Impellizzeri stesso e successi degli anni ’60 e ’70 da lui riarraggianti. Conclude l’artista: «Questi personaggi non sono delle diverse rappresentazioni di me. Io uso me stesso, il mio corpo per raccontare altro».
L’evento rientra nel progetto del Mlac di Roma diretto da Simonetta Lux e curato da Domenico Scudero, realizzato col contributo della regione Lazio per la ricerca «applicazione nuove tecnologie multimediali» e con il sostegno della facoltà di Scienze umanistiche dell’università La Sapienza.
Fino al 24 novembre
Mlac
piazzale Aldo Moro 5, Roma