Echakhch, simboli quotidiani

All’interno del programma espositivo “Eldorado” promosso dalla Gamec per gli artisti internazionali emergenti, "Le rappel des oiseaux" presenta i lavori di Latifa Echakhch (Marocco, 1974, vive tra Parigi e Martigny) per la prima volta in una sede italiana. Usando liberamente i mezzi più disparati a partire dal video alla pittura fino alla fotografia e non per ultimo l’installazione, la pratica espressiva dell’artista esplora l’identità individuale e collettiva all’interno della società contemporanea, fonte di continui cambiamenti sociali che modificano la percezione della cultura di riferimento. Simboli quotidiani e oggetti altrettanto comuni divengono i soggetti delle sue opere che alterati sobriamente da piccole modificazioni, tessono una metafora individuale sull’esperienza sociale del singolo. Temi come il fondamentalismo religioso o nazionalista, il colonialismo e le sue ripercussioni attuali o ancora le pratiche ideoligiche moderniste che governano la cultura occidentale come quella orientale sono i temi che ruotano alla base delle opere della Echakhch e affrontando tali problematiche, smaschera i capisaldi simbolici che ne aizzano le coscienze, demolendo spesso tutto ciò che di monumentale si era costituito in passato, ora fallace e povero di ogni potere comunicativo.

L’identità nazionale e la consapevolezza culturale d’appartenenza dell’individuo formano lo stato critico e insieme poetico dei suoi lavori, scaturito dalla condizione intima di vendicare per prima una propria origine di appartenenza culturale. Già ospite lo scorso anno a Milano della galleria Francesca Kaufmann e ad aprile di quest’anno alla Frac Champagne-Ardenne di Reims, l’artista di origine marocchina ripropone per la Gamec parte di quei lavori, in cui si evincono influssi dell’arte povera come di quella minimalista e concettuale; è il caso di “Les petites lettres” o “Partitas”, entrambi del 2009. La leggerezza di un vecchio brano francese per clavicembalo da cui prende spunto il titolo della mostra ritorna nelle corde espressive e nella poetica dell’artista: nelle sue opere la delicatezza del posizionamento di un oggetto e la precisione della sua posizione sottolineano l’attenzione della Echakhch nei confronti dell’oggetto stesso. Questo rimane formalmente riconoscibile perchè quasi immacolato, ma il contesto che l’artista crea introno lo carica di “bellezza e forza politica insieme” (L. Echakhch durante un’intervista per il Macba). Il suo scopo è quello di mostrare gli oggetti che utilizza con la stessa semplicità e immediatezza con cui ne è venuta lei a conoscenza per prima. Questa apparente “semplicità del fare arte” nasconde in realtà un messaggio politico-culturale forte che è alla base di una ricerca intima della tradizione individuale e collettiva, filo conduttore della sua ricerca artistica.

La mostra sarà documentata da un catalogo monografico edito da Jrp Ringier e che uscirà nella seconda metà del 2011. Il libro costituirà la prima monografia completa dedicata all’artista e sarà realizzato in collaborazione con la Kunsthalle Fridericianum di Kassel, il Kunstverein di Bielefeld e il Frac Campagne-Ardenne di Reims, tutte istituzioni internazionali che hanno ospitato recentemente mostre personali dell’artista.

Fino al 9 gennaio 2011
Gamec, Galleria d’arte moderna e contemporanea
via San Tomaso, 53, Bergamo
Info: 035270272; www.gamec.it