Scambi mediterranei

Sono tre siciliani, un marocchino, un greco e un turco, i protagonisti della mostra “Others resident” in mostra fino al 15 novembre negli spazi della fondazione Brodbeck di Catania. “Others resident” è molto più di una semplice esposizione d’arte contemporanea, è il frutto di un programma di scambi di residenze tra artisti di diversa cultura e provenienza, anche se sono tutti del Mediterraneo, come mediterranee sono state le residenze scelte per far vivere loro quest’esperienza. La collettiva, curata da Giovanni Iovane, espone i lavori di questi sei artisti che hanno vissuto il loro come viaggio di conoscenza, un modo per scoprire un paese dal suo interno.

Tre degli artisti sono stati selezionati dai curatori delle Biennali di Marrakesh, Atene e Istanbul. Gli altri tre invece sono stati scelti tra quelli presenti nella galleria Sacs, nata per valorizzare e far conoscere i giovani artisti siciliani. Il programma è frutto della collaborazione tra un’istituzione pubblica, il Museo regionale di arte contemporanea Riso di Palermo e una privata, la fondazione Brodbeck di Catania. Una sinergia che ha appena iniziato a dare i suoi frutti e che certo proseguirà anche in futuro. Resident è un’attività di scambio promossa tra città facenti parte di una rete artistica del Mediterraneo, grazie alla quale artisti siciliani, greci, turchi e marocchini hanno avuto l’opportunità di risiedere e lavorare in diverse luoghi del bacino. Uno scambio di residenze che ha permesso loro di raccontare il paese che li ha ospitati attraverso le loro opere, una narrazione, come una sorta di diario di bordo, fa emergere il vissuto dei rispettivi artisti in una realtà diversa dalla loro.

Il tema di base scelto per questo programma è stato l’emergenza sociale. Elemento che gli artisti siciliani hanno potuto raccontare come testimoni di eventi, poi rielaborati e narrati in modo del tutto personale. Il risultato può quasi essere definito un vero e proprio “reportage artistico”. Il palermitano Domenico Mangano era ad Atene nei giorni in cui esplodeva la protesta per la grave crisi economica che stava vivendo il paese. Da qui sono nati due video-proiezioni che ripropongono le atmosfere e le tensioni di quei giorni. Si tratta invece di un fatto di cronaca per l’assalto della marina israeliana alle navi umanitarie turche, a segnare l’inizio della residenza di /barbaraguerrieri/group. I due artisti ragusani attraverso una serie di disegni raccontano, con un liguaggio vicino a quello del fumetto, la capacità dell’informazione televisiva di deformare la realtà dei fatti.

Il terzo siciliano del gruppo, il siracusano Sebastiano Mortellaro, dopo aver percorso per giorni le strade di Rabat invase delle proteste dei dei disoccupati marocchini, ha scelto di raccogliere le voci dei manifestanti, poi diffuse da casse acustiche posizionate sotto delle parabole riempite di cous cous, disposte a disegnare la stella della bandiera del Marocco. Nazim Hikmet Richard Dikbas, Mohamed El Baz e Vassilis Patmios Karouk, i tre artisti selezionati nell’ambito delle biennali hanno invece lavorato tra Palermo e Catania. Estremamente diversi tra loro i lavori scaturiti dalla loro permanenza in Sicilia. L’artista marocchino Mohamed El Baz ha realizzato un progetto, intitolato “Fuck the death”, composto dal disegno dell’immagine di una carta da gioco, sul quale sono state sistemate una serie di mensole su cui poggiano 100 bottiglie. Le etichette riportano i nomi di artisti italiani dal dopoguerra a oggi. Un modo per sottolineare anche l’importante apporto dato dagli artisti che hanno lavorato tra gli anni ’60-’70, non solo a livello artistico, ma anche politico. Mohamed El Baz sta ora pensando a realizzarne un’altra versione, dedicata agli artisti del suo paese. È invece l’immagine “trovata” quella su cui ha lavorato il turco Nazim Hikmet Richard Dikbaş, avendo come punto di partenza disegni e fotografie. Visto il tema centrale del progetto, non poteva mancare un lavoro che si soffermasse sui meccanismi del potere, e della rappresentazione della vanitas insita nella sua ricerca, sia in una prospettiva sociale che nella singolare dimensione individuale. Di questo aspetto si è occupato l’artista greco Vassilis Patmios Karouk, realizzando una videoproiezione e una pittura nelle quali esprime questo aspetto.

A ospitare l’evento una location molto suggestiva, la sede della fondazione fondazione Brodbeck, ospitata nell’ex fabbrica di liquirizia, i cui spazi sono stati recuperato dopo decenni di abbandono attraverso un’opera di archeologia industriale ancora in atto. Parte della ristrutturazione del complesso comprende la realizzazione di foresterie dove continuare a ospitare artisti. Ora tutte le opere create dal “viaggio” di ogni artista di "Others resident" saranno acquisite ed entreranno a far parte della collezione del museo Riso.

Intanto proseguono le tre mostre legate alle Biennali di Marrakech (ospitata nel museo Riso di Catania), Istanbul e Atene (allestite negli spazi della fondazione Puglisi Cosentino di Catania) per il progetto Others, ideato e curato da Renato Quaglia, che propone al pubblico una selezione di opere delle Biennali dei tre Paesi, un modo per aprire una finestra aperta sull’arte contemporanea del Mediterraneo, mettendo così a confronto artisti, paesi, forme artistiche diverse. «Riso – ha detto il direttore Sergio Alessandro – grazie alla sua vocazione di museo diffuso, si propone come punto di riferimento per valorizzare l’arte contemporanea in Sicilia. Il progetto "Others" è il filo conduttore per gettare le basi per un confronto e un dialogo tra le varie sponde del Mediterraneo».

“Others resident”
fino al 15 novembre
fondazione Fondazione Brodbeck
via Gramignani 93,  Catania
Info: www.palazzoriso.it