Artelibro, l'Italia che si appassiona

Nonostante il progresso tecnologico tenti di scavargli la fossa, basti vedere l’invasione degli I-pad, il funerale per il primo veicolo d’istruzione e cultura è di là dall’essere celebrato. Il libro, sebbene vittima di cadute e ricadute, non si spezza di fronte al virus del progresso, e in barba agli organizzati della Fiera di Francoforte, il più importante appuntamento mondiale per l’editoria, giunto quest’anno alla sua 62esima edizione, che hanno denunciato la mancanza di libri e nuovi titoli, i risultati della settima edizione italiana di Artelibro hanno confermato tutto il contrario.

Ora lasciando piena libertà nell’interpretazione sono i dati a parlare. Qualche cifra? In cinque giorni tra palazzo Re Enzo, il museo Civico archeologico, la biblioteca Salaborsa e piazza Nettuno, i centri nevralgici della settimane edizione di artelibro, Bologna ha contato 55mila visitatori per un’offerta di materiali spazianti dai codici trecenteschi alle pubblicazioni di Andy Warhol.

Un’edizione che ha visto come fil rouge il passato, con il tema de Il libro antico, raro e d’artista, ma che ha saputo, però, sposare il quotidiano lasciando ampio spazio ai volumi di alcuni tra i più importanti artisti contemporanei dell’Italia. In sostanza un matrimonio che sembra aver funzionato. Da “Videos” di Bill Viola edito da Danilo Montanari alle piccole edizioni dell’Obliquo con le acqueforti di Roberto Barni, Mauro Staccioli, Giosetta Fioroni, fino alle sperimentazioni grafiche e fotografiche dell’artista ed editore di Amburgo Clemens Tobias Lange. Non solo. Da Ugo Nespolo a Pablo Echaurren, da Fabio Isman a Anna Ottani sono stati numerosissimi i bibliofili e gli storici dell’arte (in alcuni casi artisti conclamati) che hanno tenuto a battesimo una serie d’incontri e lezioni. E poi ancora mostre, laboratori per i più piccoli, e appuntamenti in giro per la città.

Insomma Bologna negli ultimi giorni di settembre ha indossato gli abito della capitale internazionale del libro antico e di pregio, e seppur qualcuno potrebbe obiettare sulla scelta tematica della settima edizione di Artelibro eccessivamente cauta perché legata al passato, a qualcosa di oramai “consolidato” e quindi più sicuro sia in termini di ritorno economico che di successo, nonché quella per la prossima edizione della kermesse dal tema L’archeologia, c’è ancora chi si appassiona solo tenendo in mano un volume, solo sfogliandone le pagine. E forse è questo il miglior risultato, al di là dei "numeri", per una manifestazione e per un paese che vanta ancora un triste primato: gli italiani non leggono abbastanza, ma più che altro non si appassionano abbastanza.