Da molti è considerato, senza eccessi e formalismi, uno dei nomi “forti” della fotografia internazionale, anzi “il” nome più importante. Capace di sintetizzare stili ed espressività in scatti che vanno oltre il solo soggetto in primo piano. Minuzioso, attento, a volte maniacale per lui fondamentale non era scattare una fotografia, quanto riuscire a catturare un attimo della realtà. Ed Henri Cartier Bresson di attimi ne ha imprigionati molti con il uso obiettivo, contribuendo a rendere la fotografia un canale artistico oltre che un valido strumento d’informazione.
Oggi alcuni dei suoi scatti più importanti sono ospitati nella mostra, prorogata fino al 5 settembre, L’istante decisivo a Palazzo delle Cento Finestre a Brugnetto di Senigallia. Una raccolta singolare e profondamente personale, perché rappresenta la collezione privata di una famiglia appassionata di fotografia. I lavori di Bresson, ospitati a Senigallia, infatti, provengono dalla collezione del Conte Giovanni Martines Augusti e sono stati resi pubblici in occasione della mostra che, solo nelle prime due settimane d’apertura, ha superato i duemila visitatori.
Tutto ha inizio quando il nonno del Conte, il professor Stellario Martines, chirurgo e ginecologo, subito dopo la seconda guerra mondiale, fonda insieme ad un drappello di colleghi l’Unione Europea dei Medici Chirurghi Specialisti con sede a Parigi. Dopo anni di viaggi tra Italia e Francia diviene, nel 1955, cittadino onorario della città ai piedi della torre Eiffel per meriti scientifici, e grazie alla sua passione per l’arte e la fotografia comincia a collezionare immagini, numerose e significative, di Bresson e di altri “genii dello scatto” tra cui Newton, Desnieu e Breton.
Questa sera il palazzo ospita una serata di incontri e dibattiti sulla figura del fotografo francese e sul confronto con altre personalità di rilievo nel panorama artistico e scientifico del secolo scorso. Da Einstein a Daguerre, utilizzando come unico filo conduttore il genio di Bresson. A presiedere l’incontro Aldo Zampetti, presidente dell’omonima fondazione, Franco Rustichelli, professore ordinario di Fisica, Stefano Schiavoni, assessore alla Cultura del comune di Senigallia e il conte Giovanni Martines Augusti.