Dieci anni senza Sassu

Per il decennale della scomparsa dello scultore Aligi Sassu, la Fondazione Casa Museo Pietro Malossi in collaborazione con l’Archivio Sassu ha realizzato un’antologica che ne ricorda il precorso artistico, in memoria dell’ultima mostra a lui dedicata che risale ormai al 2001 all’Associazione culturale Amici dell’arte di Aligi Sassu di Besana Brianza. La mostra, a cura di Luigi Marsiglia, intende portare alla luce le influenze espressive futuriste che il maestro ha evidenziato nei suoi lavori, con attenzione e intuizione verso una scultura avanguardistica che però non dimentica un classicismo accademico.

Cavalli, donne, ciclisti, ma anche le tematiche sacre e mitologiche riempiono il precorso cronologico dell’esposizione, che parte dal 1939 sino al 1999. Bronzi e gessi così come bassorilievi e pezzi unici vengono raccolti in una panoramica completa della sua espressività scultorea, che si discosta dal possedimento cromatico pittorico degli oli su tela della fine degli anni venti, per lasciarsi influenzare da quella ricerca formale già marcata.

Scrive Carlo Pirovano: «Gli interessava andare oltre il valore meramente evocativo e illustrativo del colore, per conferire alle sue alte risonanze espressive la pregnanza cogente ed autosufficiente dell’esistente colore-materia-vita». E’ così che Sassu si approccia alla lavorazione della materia, cominciando dalla ceramica, senza però abbandonare le sue movenze figurative, ma partendo anzi proprio da quelle.

Fino al 15 settembre
Museo Pietro Malossi
via Maglio, 51 Borgo del Maglio (Ome, Brescia)