Arcaici simulacri

«Racconti di follie divine, stramberie di dèi capricciosi mai rassegnati a essere soppiantati da un unico dio». Così la curatrice Gioia Mori presenta i dipinti di Valeria Corvino, raccolti in un’antologica – a coronamento dei suoi venticinque anni di attività – alle Scuderie di palazzo Ruspoli a Roma.

Fino all’11 luglio “Magma”, questo il titolo della rassegna, propone una serie di lavori incentrati su miti che l’artista stravolge e chiarisce, «rintracciando il filo sottile degli archetipi dimenticati», illustra la Mori. Nelle tele in esposizione si ricorre ad antichi ricettari, colori dai pigmenti naturali, rappresentando un immaginario che dalle viscere cerca nuovi punti di fuga. «Quello dell’artista è un mondo che si assesta attraverso un iter creativo lento e pregno d’ansia, esplodendo in un fulminante processo esecutivo», continua la Mori.

Caratteristica imprescindibile della Corvino è quella di osservare attraverso un perduto canone estetico il mondo che la circonda, non disdegnandone le conquiste tecnologiche. Dunque è in grado di passare da una tela a un video, da una fotografia a una scultura, potendo contare su di una sfaccettatura linguistica nella quale, secondo la curatrice, «trasfonde quell’energia tumultuosa e felina, errante, che da sempre la anima». L’opera della Corvino cela innumerevoli canali sotterranei; il magma evocato dalla mostra è sì sinonimo di completezza, ma soprattutto definisce «un’attitudine mentale propria dell’artista, un processo di fermentazione e metamorfosi di quella materia liquida che è il ricordo», conclude la Mori. Info: www.palazzoruspoli.it.